martedì 2 febbraio 2010
Una sforbiciata superiore al 20% da fine anno. Un ulteriore taglio del 6% per il 2012 e così via, a calare per gli anni successivi.
Una sforbiciata superiore al 20% da fine anno. Un ulteriore taglio del 6% per il 2012 e così via, a calare per gli anni successivi. Il Governo non arretra. Gli operatori delle energie rinnovabili si rassegnino: sta per scomparire il curioso scenario dell'Italia paese più generoso di tutti negli incentivi all'energia solare, distribuiti anche (e secondo alcuni soprattutto) per compensare gli extracosti imposti agli stessi operatori dalle lungaggini e dai trabocchetti amministrativi.
Due fattori che si elidono, almeno parzialmente. E così il Governo intanto corre ai ripari. Sicuramente sul primo versante: quello degli incentivi, se verrà confermata l'ultima bozza del nuovo meccanismo del "conto energia" che dovrà entrare in vigore a fine anno per sostituire quello in scadenza.
La bozza di decreto, che sarà discussa nei prossimi giorni della Conferenza Stato-Regioni, ribadisce l'obiettivo "verde" più volte tracciato dal Governo, che del resto non fa altro che recepire i target imposti dall'Unione europea: al 2020 la capacità di energia solare italiana dovrà salire dagli attuali 900-1.000 megawatt ad almeno 8mila megawatt nominali.
Obiettivo assolutamente alla portata, dicono gli scienziati scandagliando le potenzialità del "paese del sole". Obiettivo che rischia di fallire, ribattono le associazioni degli operatori delle rinnovabili nei loro altolà ai tagli annunciati in nome del progresso tecnologico che effettivamente rende sempre più efficiente questa tecnologia.
Un «buon punto di equilibrio» era stato annunciato dal sottosegretario allo Sviluppo Stefano Saglia solo pochi giorni fa. Ma l'ultimo schema governativo sembra confermare in pieno il taglio.
Si parte prevedendo incentivi ventennali per 3mila megawatt complessivi dedicati agli impianti in esercizio dall'inizio del 2011 con potenza nominale superiore a un Kw. L'incentivo previsto in questo caso va da 0,401 euro per kilowattora per gli impianti su edifici a 0,358 per gli altri impianti. Ma poi la tariffa incentivata scende progressivamente per raggiungere nell'ultimo quadrimestre rispettivamente 0,380 e 0,333. Ecco poi una decurtazione del sei per cento l'anno per gli impianti che entrano in esercizio nel 2012 e nel 2013, mentre i tagli successivi saranno definiti con un un decreto del ministero dello Sviluppo economico di concerto con l'Ambiente e d'intesa con la Conferenza unificata.
Ai pannelli solari integrati architettonicamente con potenza tra 1 e 5 Mw spetteranno, sempre per 20 anni, 0,44 euro a Kwh prodotto, ma l'incentivo verrà distribuito fino a una potenza complessiva, per questa tipologia, di 200 Mw. Una fetta di torta è riservata a una tecnologia praticamente al debutto: gli impianti a concentrazione (gli specchi che preriscaldano un liquido) fino ad un totale di 150 Mw godranno di una tariffa incentivante che all'inizio sarà di 0,32 euro a Kwh ma che poi andrà anche qui a ridursi.
Gli incentivi andranno richiesti – prevede la bozza – entro 90 giorni dalla messa in funzione dell'impianto. E il "soggetto attuatore" (cioè il Gse, gestore dei servizi energetici) dovrà erogare la tariffa entro 120 giorni attraverso procedure telematiche da avviare a inizio 2011.
Tutti gli incentivi sul kilowattora prodotto sono in ogni caso cumulabili con i tassi agevolati previsti dalla Finanziaria 2007 per i finanziamenti degli impianti "verdi" oltre che con i contributi in conto capitale già previsti. Si va dal 30% del costo degli impianti realizzati su edifici con potenza non superiore a 3 Kw al 10% della spesa per gli impianti piazzati sui tetti degli istituti scolastici, mentre anche per tutti gli altri edifici pubblici o di proprietà di enti riconosciuti senza scopo di lucro il cumulo non può comunque superare il 30 per cento. E sempre del 30% è il contribuito previsto per gli impianti a concentrazione.
di Federico Rendina
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