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sabato 6 febbraio 2010

Lo stabilimento Lamborghini a energia solare e il futuro delle supercar







Pannelli solari grandi quanto due campi di calcio sul tetto per ridurre la CO2 fino al 30%. Un investimento coerente con lo spirito dell’erede della Murciélago, che sarà più leggera per andare di più e inquinare meno. E, forse, sarà anche ibrida…
MILLE TONNELLATE IN MENO - L’impianto fotovoltaico da 17.000 metri quadrati (nella foto in alto un particolare) inaugurato a Sant’Agata Bolognese è il più grande del settore industriale dell’Emilia Romagna. Secondo le stime della Lamborghini, esso consentirà, insieme ad altri interventi, di ridurre del 30% la CO2 emessa: oltre 1.067 tonnellate all’anno.

L’impianto ha una potenza di 1,4 Megawatt e, da solo, permetterebbe di ridurre le emissioni di anidride carbonica del 20%. Inoltre, l’isolamento termico della copertura dello stabilimento, le luci e il riscaldamento “intelligenti”, nonché l’utilizzo di destratificatori (dei “ventilatori” che rimandano in basso l’aria calda che, per sua natura, tende a salire), contribuiranno per un altro 10%.
IBRIDE, LEGGERE E CON LO START&STOP - La presentazione di questa iniziativa, è stata l’occasione per ritornare sulle future Lamborghini. La Casa non fa mistero di voler continuare a produrre auto estreme, pur cercando di ridurne i consumi e le emissioni. La ricerca, quindi, si sta rivolgendo, per stessa ammissione degli uomini di Sant’Agata, principalmente sulla riduzione del peso (come avevamo anticipato qui, l’erede della Murciélago farà ampio uso di carbonio e peserà meno di 1500 kg), sull’integrazione di sistemi Start&Stop, sulle soluzioni di trasmissione ibrida e anche sui carburanti “bio”.

Non è un caso, infatti, che la Lamborghini abbia inaugurato lo scorso autunno a Seattle l’Advanced Composite Structures Laboratory, un centro di ricerca nato in collaborazione con Boeing e l’Università di Washington dove verranno studiate le future tecnologie basate sulla fibra di carbonio.

http://www.alvolante.it

martedì 2 febbraio 2010

Una sforbiciata superiore al 20% da fine anno. Un ulteriore taglio del 6% per il 2012 e così via, a calare per gli anni successivi.


Una sforbiciata superiore al 20% da fine anno. Un ulteriore taglio del 6% per il 2012 e così via, a calare per gli anni successivi. Il Governo non arretra. Gli operatori delle energie rinnovabili si rassegnino: sta per scomparire il curioso scenario dell'Italia paese più generoso di tutti negli incentivi all'energia solare, distribuiti anche (e secondo alcuni soprattutto) per compensare gli extracosti imposti agli stessi operatori dalle lungaggini e dai trabocchetti amministrativi.
Due fattori che si elidono, almeno parzialmente. E così il Governo intanto corre ai ripari. Sicuramente sul primo versante: quello degli incentivi, se verrà confermata l'ultima bozza del nuovo meccanismo del "conto energia" che dovrà entrare in vigore a fine anno per sostituire quello in scadenza.
La bozza di decreto, che sarà discussa nei prossimi giorni della Conferenza Stato-Regioni, ribadisce l'obiettivo "verde" più volte tracciato dal Governo, che del resto non fa altro che recepire i target imposti dall'Unione europea: al 2020 la capacità di energia solare italiana dovrà salire dagli attuali 900-1.000 megawatt ad almeno 8mila megawatt nominali.
Obiettivo assolutamente alla portata, dicono gli scienziati scandagliando le potenzialità del "paese del sole". Obiettivo che rischia di fallire, ribattono le associazioni degli operatori delle rinnovabili nei loro altolà ai tagli annunciati in nome del progresso tecnologico che effettivamente rende sempre più efficiente questa tecnologia.
Un «buon punto di equilibrio» era stato annunciato dal sottosegretario allo Sviluppo Stefano Saglia solo pochi giorni fa. Ma l'ultimo schema governativo sembra confermare in pieno il taglio.
Si parte prevedendo incentivi ventennali per 3mila megawatt complessivi dedicati agli impianti in esercizio dall'inizio del 2011 con potenza nominale superiore a un Kw. L'incentivo previsto in questo caso va da 0,401 euro per kilowattora per gli impianti su edifici a 0,358 per gli altri impianti. Ma poi la tariffa incentivata scende progressivamente per raggiungere nell'ultimo quadrimestre rispettivamente 0,380 e 0,333. Ecco poi una decurtazione del sei per cento l'anno per gli impianti che entrano in esercizio nel 2012 e nel 2013, mentre i tagli successivi saranno definiti con un un decreto del ministero dello Sviluppo economico di concerto con l'Ambiente e d'intesa con la Conferenza unificata.

Ai pannelli solari integrati architettonicamente con potenza tra 1 e 5 Mw spetteranno, sempre per 20 anni, 0,44 euro a Kwh prodotto, ma l'incentivo verrà distribuito fino a una potenza complessiva, per questa tipologia, di 200 Mw. Una fetta di torta è riservata a una tecnologia praticamente al debutto: gli impianti a concentrazione (gli specchi che preriscaldano un liquido) fino ad un totale di 150 Mw godranno di una tariffa incentivante che all'inizio sarà di 0,32 euro a Kwh ma che poi andrà anche qui a ridursi.

Gli incentivi andranno richiesti – prevede la bozza – entro 90 giorni dalla messa in funzione dell'impianto. E il "soggetto attuatore" (cioè il Gse, gestore dei servizi energetici) dovrà erogare la tariffa entro 120 giorni attraverso procedure telematiche da avviare a inizio 2011.
Tutti gli incentivi sul kilowattora prodotto sono in ogni caso cumulabili con i tassi agevolati previsti dalla Finanziaria 2007 per i finanziamenti degli impianti "verdi" oltre che con i contributi in conto capitale già previsti. Si va dal 30% del costo degli impianti realizzati su edifici con potenza non superiore a 3 Kw al 10% della spesa per gli impianti piazzati sui tetti degli istituti scolastici, mentre anche per tutti gli altri edifici pubblici o di proprietà di enti riconosciuti senza scopo di lucro il cumulo non può comunque superare il 30 per cento. E sempre del 30% è il contribuito previsto per gli impianti a concentrazione.


di Federico Rendina