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giovedì 1 dicembre 2011

Energie rinnovabili: in Puglia 20mila impianti per oltre 3200 MW


BARI – Un cambiamento, quello impresso dalle fonti rinnovabili, che viaggia con numeri e una velocita' impressionanti in Puglia, tra le prime regioni in Italia per lo sviluppo di solare fotovoltaico (1.906 MW installati) e eolico (1.379 MW).

Sono infatti oltre 20 mila gli impianti di piccola e grande taglia, eolici e solari, idroelettrici e da biomasse, distribuiti in tutti i Comuni pugliesi, da Chieuti a Santa Maria di Leuca. E i numeri della produzione mostrano dei risultati importanti: la produzione elettrica da fonti pulite, negli ultimi anni, e' passata da zero al 30% dei fabbisogni complessivi elettrici regionali. La diversita' delle risorse rinnovabili presenti sul territorio la raccontano i 255 Comuni del solare fotovoltaico, mentre sono 110 quelli del solare termico, 74 quelli dell'eo­lico, 15 quelli delle biomasse e 5 quelli del mini idroelettrico. Grazie a questi impianti si sono creati migliaia di nuovi posti di lavoro, portati servizi, riqualificati edifici e create nuove prospettive di ricerca applicata. Questi i dati che emergono dalla prima edizione di "Comuni Rinnovabili Puglia 2011", rapporto redatto dalla Legambiente Puglia con il contributo di 9REN e il patrocinio dell'Assessorato allo Sviluppo Economico della Regione Puglia e presentato questa mattina a Bari da Francesco Tarantini, Presidente Legambiente Puglia alla presenza di Loredana Capone, vice presidente Regione Puglia. Sono 4 i Comuni che hanno ricevuto il premio assegnato per i risultati e le buone pratiche nell'ambito del Rapporto "Comuni Rinnovabili Puglia 2011": Molfetta (Ba), Lizzano (Ta), Monopoli (Ba) e Minervino di Lecce (Le). "I numeri e le storie raccontate in questo Rapporto - ha detto Francesco Tarantini, - dimostrano che le fonti rinnovabili, che in Puglia soddisfano oltre il 30% dei fabbisogni complessivi elettrici regionali, sono tecnologie affidabili su cui e' possibile costruire ora e nel futuro una risposta concreta ai fabbisogni energetici e una alternativa sempre piu' competitiva ai combustibili fossili nella strategia di lotta ai cambiamenti climatici. Per il futuro, la Puglia -continua Tarantini- deve puntare con forza a un mix di efficienza energetica e fonti rinnovabili passando attraverso una drastica riduzione delle fonti fossili. Cosi' facendo la nostra Regione puo' diventare una terra di innovazione virtuosa, con centinaia di tetti solarizzati e case riqualificate e meno energivore".

Ad aprire le classifiche del Rapporto e' la categoria forse piu' importante ossia quella dei 109 Comuni 100% Rinnovabili ovvero quelli che producono piu' energia elettrica di quella necessaria alle famiglie residenti. In testa alla classifica c'e' il Comune di Lecce, sia per i risultati ottenuti in temine di produzione che per il mix di tecnologie rinnovabili. Nel dettaglio, sono 345 i mq di pannelli solari termici installati e 40,3 i MW di impianti fotovoltaici, di cui 5,2 su tetti o coperture, 36 sono invece i MW di eolico e 41 kW quelli di mini eolico. Il Comune con la piu' ampia diffusione di impianti fotovoltaici, in rapporto al numero degli abitanti, e' Galatina con 13.223,87 kW ogni 1.000 abitanti e 37,5 MW complessivi distribuiti in 166 impianti. Invece se consideriamo gli impianti installati esclusivamente su tetti e coperture, e' Molfetta ad occupare il primo posto della classifica con 144 impianti. In termini assoluti e' il Comune di Brindisi quello con la maggior potenza installata con 259 impianti e 130 MW. Quanto invece al solare termico, per la produzione di acqua calda sanitaria e riscaldamento, i pannelli sono installati in 110 Comuni, per un totale di 5.999 mq. Considerando la diffusione in rapporto agli abitanti e' Diso, un piccolo comune del leccese, ad imporsi in vetta alla classifica, con 111,5 mq/1.000 abitanti. Per quanto l'eolico, sono 1.378,8 i MW di impianti, divisi tra grande e piccola taglia, distribuiti su 74 Comuni. Nella classifica troviamo al primo posto il comune di Troia (Fg) con 171,9 MW di potenza installata seguito da Sant'Agata di Puglia (Fg) con 164,4 MW e da Minervino Murge (Ba) con 116,4 MW. Invece, sempre piu' diffuso e utilizzato sia da cittadini privati che da imprenditori agricoli o imprese artigiane e' il mini eolico, ossia impianti eolici con potenza fino a 200 kW. Sono invece 18,4 i MW di impianti a biogas, distribuiti su 13 Comuni. Tutti gli impianti utilizzano biogas proveniente da discarica e sono in grado di produrre energia oltre 128 mila MWh di energia elettrica pari al fabbisogno di circa 50 mila famiglie.

Energie rinnovabili e illuminazione, concluse ETech ed Enersolar+


In quattro giorni di mostra sono stati 40.500 gli operatori della filiera elettrica ed energetica giunti a Fiera Milano per valutare prodotti, tecnologie e soluzioni innovative in grado di produrre e distribuire energia, ma anche per fare il punto sulla situazione di un mercato che sente sempre più urgente il bisogno di un piano energetico nazionale.
Due le mostre che si sono svolte in contemporanea, dal 16 al 19 novembre nel quartiere espositivo milanese: EnerSolar+, dedicata alle energie rinnovabili, ed ETECH Experience, biennale dell’energia, impiantistica elettrica e illuminazione, alla sua prima edizione.
“Il bilancio è senz’altro positivo, soprattutto in considerazione delle difficoltà con cui l’economia deve confrontarsi in questo momento” ha dichiarato Enrico Pazzali, amministratore delegato di Fiera Milano. “La scelta di svolgere le due manifestazioni in contemporanea si è rivelata vincente, permettendo di sviluppare utili sinergie. Gli operatori hanno potuto valutare non solo prodotti e tecnologie innovative per l’elettrico, ma anche soluzioni specifiche per il mondo delle rinnovabili”

ETECH Experience
ETECH Experience ha registrato 9.100 visitatori, per il 10% esteri, provenienti da ben 60 Paesi. Nei quattro giorni la manifestazione, a completamento dell’offerta espositiva, ha offerto numerose occasioni di aggiornamento e di formazione professionale rivolte agli operatori del settore elettrico (progettisti, installatori, manutentori, distributori), ma anche ai grandi utilizzatori privati, alle imprese di costruzione e ai funzionari pubblici. ETECH Experience è stata l’occasione per conoscere e valutare i servizi e le soluzioni tecnologiche più innovativi per il risparmio energetico e per un utilizzo dell’energia efficiente e sicuro.
“La necessità di avviare un tavolo istituzionale per le verifiche degli impianti, guidata da obiettivi di sicurezza e qualità, è un tema importante per l’industria elettrotecnica ed elettronica che Anie segue con impegno da tempo. Non posso pertanto che accogliere con favore la proposta di sollecitare queste istanze attraverso uno sforzo comune di filiera intorno al progetto della rottamazione dell’impiantistica elettrica obsoleta. La disponibilità comune ad aprire un tavolo con il Governo emersa in occasione dell’evento di apertura della manifestazione fieristica è un segnale forte, non solo per il settore, ma per il mondo politico in generale, al quale ci rivolgiamo coralmente in rappresentanza di una filiera che aggrega oltre un milione di addetti” ha dichiarato Claudio Andrea Gemme, Presidente Confindustria Anie, la Federazione delle industrie elettroniche ed elettrotecniche.
“Viviamo in un contesto economico” ha aggiunto Giampaolo Ferrari, Presidente FME "in cui non si può più parlare di crisi, ma di un mondo che è cambiato. E se il mondo è cambiato devono cambiare anche le nostre logiche. Non possiamo più agire come singoli imprenditori, ma come azionisti di un mercato comune. La via per la ripresa passa dall’accettazione di una logica di sistema, perché solo la creazione di alleanze ci consentirà di essere forti e affrontare il mercato con efficienza e competitività. E’ con questa convinzione che la Federazione ha sposato il progetto ETECH Experience, scegliendolo come momento per aggregare l’intera filiera dell’impiantistica elettrica”.
Durante i quattro giorni di E.TECH Experience numerose sono state le occasioni di formazione, informazione e aggiornamento professionale.
Grande interesse in particolare ha destato il convegno inaugurale “Rottamazione degli Impianti Elettrici. Una proposta al Governo”. Alla presenza di Vincenzo Correggia, dirigente del Ministero dello Sviluppo Economico, i principali protagonisti della filiera – mondo accademico e della ricerca, progettisti, tecnici, industria e distribuzione – si sono dimostrati compatti nella richiesta di incentivi per la messa a norma e miglioramento degli impianti: un’iniziativa che farebbe da volano alla ripresa del comparto e supporterebbe il processo di ammodernamento e messa in sicurezza della rete elettrica.
Sull’iniziativa la filiera elettrica ha manifestato compatta la propria disponibilità ad aprire un tavolo per formalizzare una proposta concreta, che può già contare sull’interesse del ministero dello Sviluppo Economico. “Possa garantire – ha detto Vincenzo Correggia – che il Libro Bianco arriverà sul tavolo del nuovo ministro”.
Grande intesse hanno registrato in particolare gli appuntamenti de “La filiera dell’energia del futuro”, l’area organizzata da FME in collaborazione con undici leader di mercato (ABB, Beghelli, BTicino, Gewiss, Osram, Philips Lighting, Prysmian, Schneider Electric, Siemens, Scame Parre, Vimar). Grazie al contributo di market leader, giornalisti e associazioni di riferimento del settore quali ANIE (Federazione Italiana Imprese Elettrotecniche ed Elettroniche), CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano), PROSIEL (Associazione per la Promozione della Sicurezza Elettrica), è stato possibile approfondire tematiche differenti: la domotica, l’illuminazione, il solare fotovoltaico e il Quarto Conto Energia, la gestione e il controllo con le smart grid, l’eco-building, e ancora la sicurezza, gli impianti elettrici declinati in ogni loro aspetto, fino alle tematiche più prettamente tecniche inerenti la nuova Norma CEI 64-08 V3.
In fiera il 18 novembre si è svolta anche l’Assemblea generale di FME, la cui parte pubblica ha offerto l’occasione per fare il punto della situazione che il settore dovrà affrontare nei prossimi mesi. Dopo l’introduzione di Giampaolo Ferrari, Presidente FME, e i saluti di Michele Perini (Presidente Fiera Milano), è stata la volta di Andrea Lanza (Università Bocconi) che, dopo aver presentato i primi risultati di una ricerca realizzata in collaborazione con FME sulle dinamiche competitive del mercato elettrico, ha moderato un talk show tra illustri rappresentanti del settore, del mondo della finanza e della politica che hanno dibattuto sugli scenari futuri. Sul palco, insieme a Lanza e Ferrari, erano presenti Davide Giacalone (Presidente Agenzia per l’innovazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri), Roberto Cota (Governatore Regione Piemonte), Claudio Andrea Gemme (Presidente Anie) e Gregorio De Felice (Chief Economist Intesa San Paolo).
Tra gli auspici emersi, un impegno concreto del nuovo Governo mirato a favorire una ripresa degli investimenti attraverso riforme strutturali che permettano di diminuire la spesa pubblica, ma soprattutto supportino la creazione di un sistema più competitivo, con una semplificazione della burocrazia e politiche fiscali che favoriscano gli investimenti in R&S e incentivino l’occupazione, soprattutto giovanile.



ENERSOLAR+
L’edizione 2011 di EnerSolar+, l’evento dedicato all’energia solare fotovoltaica e termica, alle tecnologie fotovoltaiche (PV Tech), agli inverter (Invex) e ad altre energie rinnovabili quali cogenerazione, biogas, idroelettrico, legno e biomasse, geotermia, biocarburanti (Greenergy Expo) si è conclusa con un risultato molto positivo.
La manifestazione, che si è svolta in contemporanea con HTE (tecnologie innovative) e Robotica (robotica umanoide e di servizio), è stata visitata da 31.400 operatori (+7% rispetto all’anno scorso) provenienti da 75 Paesi.
Nell’ambito di EnerSolar+ 2011 hanno suscitato notevole interesse le 50 sessioni congressuali alle quali sono intervenuti ben 350 qualificati relatori, in rappresentanza del mondo associativo, industriale, accademico e associativo. Tra i temi affrontati, ad esempio, come progettare e installare il fotovoltaico a regola d’arte, il fotovoltaico come solution provider, il progresso tecnologico e lo sviluppo del mercato del solare termico.
“Siamo particolarmente soddisfatti - ha dichiarato Marco Pinetti, presidente di Artenergy Publishing, la società organizzatrice - EnerSolar+ è un evento in continua crescita, a conferma della validità della formula che valorizza il buon stato di salute del settore, mentre Robotica e HTE hanno suscitato molto interesse grazie ai loro contenuti innovativi e proiettati nel futuro. Quest’anno i risultati ottenuti sono stati particolarmente significativi sia per le numerose novità introdotte sia per le sinergie con le altre manifestazioni che si sono svolte in contemporanea".



http://www.illuminotecnica.com

sabato 11 settembre 2010

Arriva l'asfalto fotovoltaico e la strada che produce energia



Calcolando un'insolazione media di 4 ore al giorno, ogni pannello, anche con un'efficienza intorno al 15%, potrà produrre 7,6 kwh al giorno. L'energia potrebbe poi essere immessa nella rete oppure immagazzinata lungo le strade, per ricaricare le auto elettriche
Per i pannelli fotovoltaici sono allo studio ipotesi molto più ambiziose di quelle di stare sui tetti. Una delle più promettenti, secondo una proposta della società americana solar roadways, rilanciata da una intervista dell'autorevole rivista new scientist, è quella di usarli per pavimentare le strade al posto dell'asfalto: una tecnica che aprirebbe potenzialità immense. Si calcola infatti che solo negli Stati Uniti la superficie totale di strade, autostrade e parcheggi all'aperto sia di oltre 100.000 chilometri quadrati, pari a un terzo dell'italia.

Solar roadways, con l'aiuto di un finanziamento da parte dell'ente autostradale degli Stati Uniti, sta progettando a questo scopo pannelli fotovoltaici quadrati di 3,7 metri di lato (la larghezza standard delle corsie stradali in America), in modo che possano poi essere giustapposti sulle strade.

Calcolando un'insolazione media di 4 ore al giorno, ogni pannello, anche con un'efficienza intorno al 15%, potrà produrre 7,6 kwh al giorno. L'energia potrebbe poi essere immessa nella rete oppure immagazzinata lungo le strade, per ricaricare le auto elettriche.

Il problema più evidente è la necessità di costruire pannelli resistenti al passaggio di automobili e camion. Secondo Scott Brusaw, ingegnere elettrico e fondatore della Solar Roadways, questa difficoltà è superabile, adattando per esempio le tecniche usate per la costruzione di vetri antiproiettile. Il secondo problema è che una superficie troppo liscia non è indicata per la guida. Una possibile soluzione è usare, anziché un pannello levigato, migliaia di piccolissimi prismi che permetterebbero agli pneumatici di fare presa sul terreno.


http://www.repubblica.it

giovedì 25 marzo 2010

Car-puccino,l'auto che va a caffè


MODIFICATA UNA VECCHIA VOLKSWAGEN SCIROCCO
Ecco la Car-puccino, l'auto che va a caffé
Esperimento in Gran Bretagna per un programma Bbc


MILANO - Biodiesel? No grazie. Si può fare marciare un'auto anche con il caffè. Almeno quella modificata da un gruppo britannico per un programma della Bbc, «Bang goes the theory» e ribattezzata Car-puccino». E' stata costruita da Matthew e Martin Bacon con il team della Teesdale Conservation Volunteers per il programma di scienze delle tv pubblica britannica. Ed è stata messa alla prova: l'auto ha percorso le 240 miglia da Londra a Manchester utilizzando circa 70 chili di caffè.
La riconversione è stata effettuata su una vecchia vettura, per tenere basso il costo dell'esperimento. Alla fine è stata utilizzata una Volkswagen Scirocco, del 1988 acquistata su e-Bay per circa 400 sterline. La Car-puccino è stata presentata alla «Fiera delle scienze Big Bang» con l’obiettivo di dimostrare che vi sono molti carburanti alternativi al petrolio. Consumi? Un po' alti: la vettura fa tre miglia per ogni chilo di caffè macinato. Ma non ha mostrato segni di guai al motore durante la marcia che, considerto il carburante, non è stata quindi nemmeno tropp0 «nervosa».

sabato 20 febbraio 2010

Philippe Starck presenta le mini-pale eoliche domestiche


"Disponibili su Internet, ma il mio sogno è comprarle al supermarket"

Fosse un libro giallo si direbbe che ha tenuto il lettore aggrappato alla trama fino all'ultima pagina, invece è cronaca, e per nulla gialla - anzi, rosea - e ha tenuto molta gente aggrappata ai giornali per sapere quando l'ultima pagina sarebbe stata scritta. Bene, la risposta è: oggi. Oggi il designer Philippe Starck e l'amministratore delegato della «Pramac» Paolo Campinoti presentano alla Triennale di Milano le loro piccole pale eoliche - microturbine è la definizione tecnica - destinate a risolvere, o a cominciare a risolvere, due problemi: l'uso del vento come fonte di energia anche da parte di privati e la dissimulazione dell'aspetto ingombrante, «esteticamente inquinante» dei generatori di energia eolica.

Ultima pagina di una storia eco-estetico-industriale cominciata, per il pubblico, nel 2008, quando durante il Salone del Mobile milanese venne esposto nel Cortile del Filerete all'Università Statale il prototipo della piccola pala domestica di Philippe Starck, oggetto aggraziato e minuscolo (non raggiungeva il metro d'altezza) ad asse di rotazione verticale anziché orizzontale: un’assoluta novità per renderlo indipendente dalla direzione del vento e consentirgli di sfruttare anche le turbolenze. Caratteristica che, insieme con la dimensione modesta, l'eleganza del design e la silenziosità del meccanismo, lo rendeva adatto anche alle aree urbane.

Star di quell'edizione del Salone, la pala domestica, però, tardava ad affacciarsi al mercato. In un'intervista ad Alice Rawsthorn del «New York Times» pubblicata il 6 agosto dello stesso anno, Starck, parlando del suo nuovo progetto di «design democratico», definito da prodotti «a buon mercato ed ecologici», assicurava che il primo di quei prodotti - una microturbina da collocare sul tetto di casa cui stava lavorando col gruppo italiano «Pramac» - sarebbe stata pronta in autunno per l'Europa e all'inizio del 2009 per l'America. Starck già l'immaginava in vendita nei supermarket, a disposizione di tutti. «S'immagini - si entusiasmava - un tizio che al sabato va in un grande magazzino per comprarsi qualche inutile gadget. E invece si imbatte in un oggetto davvero sexy. "Mio Dio, ma è magnifico! Quanto costa? Cinquecento euro? Ma è più o meno quello che avrei speso per il mio inutile gadget!". Lo compra, sale sul tetto, e 15 minuti dopo lo vede girare e produrre energia. Uau!».

Ci sono state altre interviste e ci sono stati altri slittamenti, ma infine eccoci qua, e stavolta, a garantire che il dado eolico è tratto, non c'è un immaginoso creativo, ma un pragmatico produttore. Che è entusiasta come il suo designer, ma i conti li fa con più realismo. A partire dal prezzo delle due microturbine: 2500 euro la più piccola, alta 90 cm. e capace di produrre 400 watt all'ora in condizioni ottimali (con un vento che soffia a 14 m. al secondo), 3500 euro la più grande, alta 140 cm e capace di 1 kwatt orario. Non sono le noccioline prospettate da Starck. E per produrre l'energia necessaria a una casa normale con 3 persone - circa 3 kilowatt al dì - ci vorrebbero 3 pale grandi col vento in poppa tutti i giorni. Inimmaginabile. Dov'è il vantaggio, allora? Come si ammortizza l'investimento?

«Nelle zone ventose l'investimento viene ripagato in 5-6 anni - spiega Paolo Campinoti -. Ma l'investimento dipende dai bisogni. Se uno ha la casa in Sardegna, e la usa solo d'estate, può investire meno perché ha meno bisogno d'energia. Comunque l'energia prodotta nei mesi in cui la casa non viene usata non va dispersa, viene messa in rete all'Enel e detratta dalla bolletta. È chiaro comunque che il "plus" non è tanto il vantaggio economico, che, pure, combinando l'eolico con altre energie alternative, solare in primis, si ottiene. Il "plus" è la consapevolezza di usare energia pulita, di fare parte di una comunità ecosensibile, di appartenere a una "corrente di pensiero", come dice Starck».

Inizialmente commercializzate su Internet («Stiamo mettendo a punto il sito»), poi in negozi specializzati, le microturbine ce la faranno ad arrivare nei supermarket? «È il nostro sogno».

sabato 6 febbraio 2010

Lo stabilimento Lamborghini a energia solare e il futuro delle supercar







Pannelli solari grandi quanto due campi di calcio sul tetto per ridurre la CO2 fino al 30%. Un investimento coerente con lo spirito dell’erede della Murciélago, che sarà più leggera per andare di più e inquinare meno. E, forse, sarà anche ibrida…
MILLE TONNELLATE IN MENO - L’impianto fotovoltaico da 17.000 metri quadrati (nella foto in alto un particolare) inaugurato a Sant’Agata Bolognese è il più grande del settore industriale dell’Emilia Romagna. Secondo le stime della Lamborghini, esso consentirà, insieme ad altri interventi, di ridurre del 30% la CO2 emessa: oltre 1.067 tonnellate all’anno.

L’impianto ha una potenza di 1,4 Megawatt e, da solo, permetterebbe di ridurre le emissioni di anidride carbonica del 20%. Inoltre, l’isolamento termico della copertura dello stabilimento, le luci e il riscaldamento “intelligenti”, nonché l’utilizzo di destratificatori (dei “ventilatori” che rimandano in basso l’aria calda che, per sua natura, tende a salire), contribuiranno per un altro 10%.
IBRIDE, LEGGERE E CON LO START&STOP - La presentazione di questa iniziativa, è stata l’occasione per ritornare sulle future Lamborghini. La Casa non fa mistero di voler continuare a produrre auto estreme, pur cercando di ridurne i consumi e le emissioni. La ricerca, quindi, si sta rivolgendo, per stessa ammissione degli uomini di Sant’Agata, principalmente sulla riduzione del peso (come avevamo anticipato qui, l’erede della Murciélago farà ampio uso di carbonio e peserà meno di 1500 kg), sull’integrazione di sistemi Start&Stop, sulle soluzioni di trasmissione ibrida e anche sui carburanti “bio”.

Non è un caso, infatti, che la Lamborghini abbia inaugurato lo scorso autunno a Seattle l’Advanced Composite Structures Laboratory, un centro di ricerca nato in collaborazione con Boeing e l’Università di Washington dove verranno studiate le future tecnologie basate sulla fibra di carbonio.

http://www.alvolante.it

martedì 2 febbraio 2010

Una sforbiciata superiore al 20% da fine anno. Un ulteriore taglio del 6% per il 2012 e così via, a calare per gli anni successivi.


Una sforbiciata superiore al 20% da fine anno. Un ulteriore taglio del 6% per il 2012 e così via, a calare per gli anni successivi. Il Governo non arretra. Gli operatori delle energie rinnovabili si rassegnino: sta per scomparire il curioso scenario dell'Italia paese più generoso di tutti negli incentivi all'energia solare, distribuiti anche (e secondo alcuni soprattutto) per compensare gli extracosti imposti agli stessi operatori dalle lungaggini e dai trabocchetti amministrativi.
Due fattori che si elidono, almeno parzialmente. E così il Governo intanto corre ai ripari. Sicuramente sul primo versante: quello degli incentivi, se verrà confermata l'ultima bozza del nuovo meccanismo del "conto energia" che dovrà entrare in vigore a fine anno per sostituire quello in scadenza.
La bozza di decreto, che sarà discussa nei prossimi giorni della Conferenza Stato-Regioni, ribadisce l'obiettivo "verde" più volte tracciato dal Governo, che del resto non fa altro che recepire i target imposti dall'Unione europea: al 2020 la capacità di energia solare italiana dovrà salire dagli attuali 900-1.000 megawatt ad almeno 8mila megawatt nominali.
Obiettivo assolutamente alla portata, dicono gli scienziati scandagliando le potenzialità del "paese del sole". Obiettivo che rischia di fallire, ribattono le associazioni degli operatori delle rinnovabili nei loro altolà ai tagli annunciati in nome del progresso tecnologico che effettivamente rende sempre più efficiente questa tecnologia.
Un «buon punto di equilibrio» era stato annunciato dal sottosegretario allo Sviluppo Stefano Saglia solo pochi giorni fa. Ma l'ultimo schema governativo sembra confermare in pieno il taglio.
Si parte prevedendo incentivi ventennali per 3mila megawatt complessivi dedicati agli impianti in esercizio dall'inizio del 2011 con potenza nominale superiore a un Kw. L'incentivo previsto in questo caso va da 0,401 euro per kilowattora per gli impianti su edifici a 0,358 per gli altri impianti. Ma poi la tariffa incentivata scende progressivamente per raggiungere nell'ultimo quadrimestre rispettivamente 0,380 e 0,333. Ecco poi una decurtazione del sei per cento l'anno per gli impianti che entrano in esercizio nel 2012 e nel 2013, mentre i tagli successivi saranno definiti con un un decreto del ministero dello Sviluppo economico di concerto con l'Ambiente e d'intesa con la Conferenza unificata.

Ai pannelli solari integrati architettonicamente con potenza tra 1 e 5 Mw spetteranno, sempre per 20 anni, 0,44 euro a Kwh prodotto, ma l'incentivo verrà distribuito fino a una potenza complessiva, per questa tipologia, di 200 Mw. Una fetta di torta è riservata a una tecnologia praticamente al debutto: gli impianti a concentrazione (gli specchi che preriscaldano un liquido) fino ad un totale di 150 Mw godranno di una tariffa incentivante che all'inizio sarà di 0,32 euro a Kwh ma che poi andrà anche qui a ridursi.

Gli incentivi andranno richiesti – prevede la bozza – entro 90 giorni dalla messa in funzione dell'impianto. E il "soggetto attuatore" (cioè il Gse, gestore dei servizi energetici) dovrà erogare la tariffa entro 120 giorni attraverso procedure telematiche da avviare a inizio 2011.
Tutti gli incentivi sul kilowattora prodotto sono in ogni caso cumulabili con i tassi agevolati previsti dalla Finanziaria 2007 per i finanziamenti degli impianti "verdi" oltre che con i contributi in conto capitale già previsti. Si va dal 30% del costo degli impianti realizzati su edifici con potenza non superiore a 3 Kw al 10% della spesa per gli impianti piazzati sui tetti degli istituti scolastici, mentre anche per tutti gli altri edifici pubblici o di proprietà di enti riconosciuti senza scopo di lucro il cumulo non può comunque superare il 30 per cento. E sempre del 30% è il contribuito previsto per gli impianti a concentrazione.


di Federico Rendina