Cerca nel web

sabato 11 settembre 2010

Arriva l'asfalto fotovoltaico e la strada che produce energia



Calcolando un'insolazione media di 4 ore al giorno, ogni pannello, anche con un'efficienza intorno al 15%, potrà produrre 7,6 kwh al giorno. L'energia potrebbe poi essere immessa nella rete oppure immagazzinata lungo le strade, per ricaricare le auto elettriche
Per i pannelli fotovoltaici sono allo studio ipotesi molto più ambiziose di quelle di stare sui tetti. Una delle più promettenti, secondo una proposta della società americana solar roadways, rilanciata da una intervista dell'autorevole rivista new scientist, è quella di usarli per pavimentare le strade al posto dell'asfalto: una tecnica che aprirebbe potenzialità immense. Si calcola infatti che solo negli Stati Uniti la superficie totale di strade, autostrade e parcheggi all'aperto sia di oltre 100.000 chilometri quadrati, pari a un terzo dell'italia.

Solar roadways, con l'aiuto di un finanziamento da parte dell'ente autostradale degli Stati Uniti, sta progettando a questo scopo pannelli fotovoltaici quadrati di 3,7 metri di lato (la larghezza standard delle corsie stradali in America), in modo che possano poi essere giustapposti sulle strade.

Calcolando un'insolazione media di 4 ore al giorno, ogni pannello, anche con un'efficienza intorno al 15%, potrà produrre 7,6 kwh al giorno. L'energia potrebbe poi essere immessa nella rete oppure immagazzinata lungo le strade, per ricaricare le auto elettriche.

Il problema più evidente è la necessità di costruire pannelli resistenti al passaggio di automobili e camion. Secondo Scott Brusaw, ingegnere elettrico e fondatore della Solar Roadways, questa difficoltà è superabile, adattando per esempio le tecniche usate per la costruzione di vetri antiproiettile. Il secondo problema è che una superficie troppo liscia non è indicata per la guida. Una possibile soluzione è usare, anziché un pannello levigato, migliaia di piccolissimi prismi che permetterebbero agli pneumatici di fare presa sul terreno.


http://www.repubblica.it

giovedì 25 marzo 2010

Car-puccino,l'auto che va a caffè


MODIFICATA UNA VECCHIA VOLKSWAGEN SCIROCCO
Ecco la Car-puccino, l'auto che va a caffé
Esperimento in Gran Bretagna per un programma Bbc


MILANO - Biodiesel? No grazie. Si può fare marciare un'auto anche con il caffè. Almeno quella modificata da un gruppo britannico per un programma della Bbc, «Bang goes the theory» e ribattezzata Car-puccino». E' stata costruita da Matthew e Martin Bacon con il team della Teesdale Conservation Volunteers per il programma di scienze delle tv pubblica britannica. Ed è stata messa alla prova: l'auto ha percorso le 240 miglia da Londra a Manchester utilizzando circa 70 chili di caffè.
La riconversione è stata effettuata su una vecchia vettura, per tenere basso il costo dell'esperimento. Alla fine è stata utilizzata una Volkswagen Scirocco, del 1988 acquistata su e-Bay per circa 400 sterline. La Car-puccino è stata presentata alla «Fiera delle scienze Big Bang» con l’obiettivo di dimostrare che vi sono molti carburanti alternativi al petrolio. Consumi? Un po' alti: la vettura fa tre miglia per ogni chilo di caffè macinato. Ma non ha mostrato segni di guai al motore durante la marcia che, considerto il carburante, non è stata quindi nemmeno tropp0 «nervosa».

sabato 20 febbraio 2010

Philippe Starck presenta le mini-pale eoliche domestiche


"Disponibili su Internet, ma il mio sogno è comprarle al supermarket"

Fosse un libro giallo si direbbe che ha tenuto il lettore aggrappato alla trama fino all'ultima pagina, invece è cronaca, e per nulla gialla - anzi, rosea - e ha tenuto molta gente aggrappata ai giornali per sapere quando l'ultima pagina sarebbe stata scritta. Bene, la risposta è: oggi. Oggi il designer Philippe Starck e l'amministratore delegato della «Pramac» Paolo Campinoti presentano alla Triennale di Milano le loro piccole pale eoliche - microturbine è la definizione tecnica - destinate a risolvere, o a cominciare a risolvere, due problemi: l'uso del vento come fonte di energia anche da parte di privati e la dissimulazione dell'aspetto ingombrante, «esteticamente inquinante» dei generatori di energia eolica.

Ultima pagina di una storia eco-estetico-industriale cominciata, per il pubblico, nel 2008, quando durante il Salone del Mobile milanese venne esposto nel Cortile del Filerete all'Università Statale il prototipo della piccola pala domestica di Philippe Starck, oggetto aggraziato e minuscolo (non raggiungeva il metro d'altezza) ad asse di rotazione verticale anziché orizzontale: un’assoluta novità per renderlo indipendente dalla direzione del vento e consentirgli di sfruttare anche le turbolenze. Caratteristica che, insieme con la dimensione modesta, l'eleganza del design e la silenziosità del meccanismo, lo rendeva adatto anche alle aree urbane.

Star di quell'edizione del Salone, la pala domestica, però, tardava ad affacciarsi al mercato. In un'intervista ad Alice Rawsthorn del «New York Times» pubblicata il 6 agosto dello stesso anno, Starck, parlando del suo nuovo progetto di «design democratico», definito da prodotti «a buon mercato ed ecologici», assicurava che il primo di quei prodotti - una microturbina da collocare sul tetto di casa cui stava lavorando col gruppo italiano «Pramac» - sarebbe stata pronta in autunno per l'Europa e all'inizio del 2009 per l'America. Starck già l'immaginava in vendita nei supermarket, a disposizione di tutti. «S'immagini - si entusiasmava - un tizio che al sabato va in un grande magazzino per comprarsi qualche inutile gadget. E invece si imbatte in un oggetto davvero sexy. "Mio Dio, ma è magnifico! Quanto costa? Cinquecento euro? Ma è più o meno quello che avrei speso per il mio inutile gadget!". Lo compra, sale sul tetto, e 15 minuti dopo lo vede girare e produrre energia. Uau!».

Ci sono state altre interviste e ci sono stati altri slittamenti, ma infine eccoci qua, e stavolta, a garantire che il dado eolico è tratto, non c'è un immaginoso creativo, ma un pragmatico produttore. Che è entusiasta come il suo designer, ma i conti li fa con più realismo. A partire dal prezzo delle due microturbine: 2500 euro la più piccola, alta 90 cm. e capace di produrre 400 watt all'ora in condizioni ottimali (con un vento che soffia a 14 m. al secondo), 3500 euro la più grande, alta 140 cm e capace di 1 kwatt orario. Non sono le noccioline prospettate da Starck. E per produrre l'energia necessaria a una casa normale con 3 persone - circa 3 kilowatt al dì - ci vorrebbero 3 pale grandi col vento in poppa tutti i giorni. Inimmaginabile. Dov'è il vantaggio, allora? Come si ammortizza l'investimento?

«Nelle zone ventose l'investimento viene ripagato in 5-6 anni - spiega Paolo Campinoti -. Ma l'investimento dipende dai bisogni. Se uno ha la casa in Sardegna, e la usa solo d'estate, può investire meno perché ha meno bisogno d'energia. Comunque l'energia prodotta nei mesi in cui la casa non viene usata non va dispersa, viene messa in rete all'Enel e detratta dalla bolletta. È chiaro comunque che il "plus" non è tanto il vantaggio economico, che, pure, combinando l'eolico con altre energie alternative, solare in primis, si ottiene. Il "plus" è la consapevolezza di usare energia pulita, di fare parte di una comunità ecosensibile, di appartenere a una "corrente di pensiero", come dice Starck».

Inizialmente commercializzate su Internet («Stiamo mettendo a punto il sito»), poi in negozi specializzati, le microturbine ce la faranno ad arrivare nei supermarket? «È il nostro sogno».

sabato 6 febbraio 2010

Lo stabilimento Lamborghini a energia solare e il futuro delle supercar







Pannelli solari grandi quanto due campi di calcio sul tetto per ridurre la CO2 fino al 30%. Un investimento coerente con lo spirito dell’erede della Murciélago, che sarà più leggera per andare di più e inquinare meno. E, forse, sarà anche ibrida…
MILLE TONNELLATE IN MENO - L’impianto fotovoltaico da 17.000 metri quadrati (nella foto in alto un particolare) inaugurato a Sant’Agata Bolognese è il più grande del settore industriale dell’Emilia Romagna. Secondo le stime della Lamborghini, esso consentirà, insieme ad altri interventi, di ridurre del 30% la CO2 emessa: oltre 1.067 tonnellate all’anno.

L’impianto ha una potenza di 1,4 Megawatt e, da solo, permetterebbe di ridurre le emissioni di anidride carbonica del 20%. Inoltre, l’isolamento termico della copertura dello stabilimento, le luci e il riscaldamento “intelligenti”, nonché l’utilizzo di destratificatori (dei “ventilatori” che rimandano in basso l’aria calda che, per sua natura, tende a salire), contribuiranno per un altro 10%.
IBRIDE, LEGGERE E CON LO START&STOP - La presentazione di questa iniziativa, è stata l’occasione per ritornare sulle future Lamborghini. La Casa non fa mistero di voler continuare a produrre auto estreme, pur cercando di ridurne i consumi e le emissioni. La ricerca, quindi, si sta rivolgendo, per stessa ammissione degli uomini di Sant’Agata, principalmente sulla riduzione del peso (come avevamo anticipato qui, l’erede della Murciélago farà ampio uso di carbonio e peserà meno di 1500 kg), sull’integrazione di sistemi Start&Stop, sulle soluzioni di trasmissione ibrida e anche sui carburanti “bio”.

Non è un caso, infatti, che la Lamborghini abbia inaugurato lo scorso autunno a Seattle l’Advanced Composite Structures Laboratory, un centro di ricerca nato in collaborazione con Boeing e l’Università di Washington dove verranno studiate le future tecnologie basate sulla fibra di carbonio.

http://www.alvolante.it

martedì 2 febbraio 2010

Una sforbiciata superiore al 20% da fine anno. Un ulteriore taglio del 6% per il 2012 e così via, a calare per gli anni successivi.


Una sforbiciata superiore al 20% da fine anno. Un ulteriore taglio del 6% per il 2012 e così via, a calare per gli anni successivi. Il Governo non arretra. Gli operatori delle energie rinnovabili si rassegnino: sta per scomparire il curioso scenario dell'Italia paese più generoso di tutti negli incentivi all'energia solare, distribuiti anche (e secondo alcuni soprattutto) per compensare gli extracosti imposti agli stessi operatori dalle lungaggini e dai trabocchetti amministrativi.
Due fattori che si elidono, almeno parzialmente. E così il Governo intanto corre ai ripari. Sicuramente sul primo versante: quello degli incentivi, se verrà confermata l'ultima bozza del nuovo meccanismo del "conto energia" che dovrà entrare in vigore a fine anno per sostituire quello in scadenza.
La bozza di decreto, che sarà discussa nei prossimi giorni della Conferenza Stato-Regioni, ribadisce l'obiettivo "verde" più volte tracciato dal Governo, che del resto non fa altro che recepire i target imposti dall'Unione europea: al 2020 la capacità di energia solare italiana dovrà salire dagli attuali 900-1.000 megawatt ad almeno 8mila megawatt nominali.
Obiettivo assolutamente alla portata, dicono gli scienziati scandagliando le potenzialità del "paese del sole". Obiettivo che rischia di fallire, ribattono le associazioni degli operatori delle rinnovabili nei loro altolà ai tagli annunciati in nome del progresso tecnologico che effettivamente rende sempre più efficiente questa tecnologia.
Un «buon punto di equilibrio» era stato annunciato dal sottosegretario allo Sviluppo Stefano Saglia solo pochi giorni fa. Ma l'ultimo schema governativo sembra confermare in pieno il taglio.
Si parte prevedendo incentivi ventennali per 3mila megawatt complessivi dedicati agli impianti in esercizio dall'inizio del 2011 con potenza nominale superiore a un Kw. L'incentivo previsto in questo caso va da 0,401 euro per kilowattora per gli impianti su edifici a 0,358 per gli altri impianti. Ma poi la tariffa incentivata scende progressivamente per raggiungere nell'ultimo quadrimestre rispettivamente 0,380 e 0,333. Ecco poi una decurtazione del sei per cento l'anno per gli impianti che entrano in esercizio nel 2012 e nel 2013, mentre i tagli successivi saranno definiti con un un decreto del ministero dello Sviluppo economico di concerto con l'Ambiente e d'intesa con la Conferenza unificata.

Ai pannelli solari integrati architettonicamente con potenza tra 1 e 5 Mw spetteranno, sempre per 20 anni, 0,44 euro a Kwh prodotto, ma l'incentivo verrà distribuito fino a una potenza complessiva, per questa tipologia, di 200 Mw. Una fetta di torta è riservata a una tecnologia praticamente al debutto: gli impianti a concentrazione (gli specchi che preriscaldano un liquido) fino ad un totale di 150 Mw godranno di una tariffa incentivante che all'inizio sarà di 0,32 euro a Kwh ma che poi andrà anche qui a ridursi.

Gli incentivi andranno richiesti – prevede la bozza – entro 90 giorni dalla messa in funzione dell'impianto. E il "soggetto attuatore" (cioè il Gse, gestore dei servizi energetici) dovrà erogare la tariffa entro 120 giorni attraverso procedure telematiche da avviare a inizio 2011.
Tutti gli incentivi sul kilowattora prodotto sono in ogni caso cumulabili con i tassi agevolati previsti dalla Finanziaria 2007 per i finanziamenti degli impianti "verdi" oltre che con i contributi in conto capitale già previsti. Si va dal 30% del costo degli impianti realizzati su edifici con potenza non superiore a 3 Kw al 10% della spesa per gli impianti piazzati sui tetti degli istituti scolastici, mentre anche per tutti gli altri edifici pubblici o di proprietà di enti riconosciuti senza scopo di lucro il cumulo non può comunque superare il 30 per cento. E sempre del 30% è il contribuito previsto per gli impianti a concentrazione.


di Federico Rendina

lunedì 1 febbraio 2010

Ford scommette sull’auto elettrica


Investiti 450 milioni di dollari, s’inizia col Transit

Detroit 28/01/2010 – Ford ha deciso di investire 450 milioni di dollari per l’auto elettrica. Serviranno a preparare un’offensiva di prodotto nel campo della doppia alimentazione benzina/elettrica, inclusa la produzione di batterie agli ioni di litio. Sorprende come quest’ultima produzione verrà spostata dal Messico al Michigan, Stato in cui da sempre Ford risiede (con le altre grandi Case Usa) e in cui verranno creati un migliaio circa di nuovi posti di lavoro. L’avvio della produzione delle moderne batterie e dei nuovi veicoli ibridi è previsto per il 2012. Attualmente Ford già commercializza in Nord America 4 veicoli elettrici: le berline gemelle Ford Fusion e Mercury Milan e i SUV Escape e Mercury Mariner.


“Quest’investimento sottolinea la serietà del nostro impegno nel settore dei veicoli elettrici – ibridi, ibridi plug-in ed elettrici puri – unendo le tre questioni cruciali oggi nel mondo: economia, energia e ambiente”, ha detto il Presidente Bill Ford jr. Per il Michigan, cuore dell’auto americana, si tratta di una fondamentale boccata d’ossigeno, che fa il paio con l’altro annunciato investimento del gruppo: i 550 milioni di dollari per produrre la nuova Focus, già dalla fine di quest’anno, e altre vetture di segmento C, convertendo la produzione degli attuali grandi SUV, sempre meno appetiti sul mercato a stelle e strisce. A sostegno dell’impegno Ford è comunque intervenuto il governo del Michigan, il cui dipartimento per lo Sviluppo economico ha stanziato un pacchetto di sgravi fiscali per 188 milioni di dollari.

Nel futuro di Ford sono tanti i modelli ibridi che dovrebbero esordire nel giro dei prossimi tre anni. Si va dalla best-seller Focus, che in versione elettrica punta a sfidare la Toyota Prius, fino ai veicoli commerciali della gamma Transit Connect. Quest’ultimo dovrebbe anzi essere il primo a esordire (già a fine 2010) e con l’autonomia di 130 km a batterie cariche scombussolerà il comparto dei furgoni ad uso commerciale. Pronta nel 2012, la futura Focus elettrica promette invece un’autonomia di 160 km con la sola alimentazione elettrica (cui aggiunge quella garantita dall’alimentazione a benzina), foriera anche di emissioni nocive zero.


01/02/2010
http://www.tgcom.mediaset.it

martedì 26 gennaio 2010

Fiat: auto solare made in Sicily

Riqualificare Termini Imerese producendo auto elettriche: l’idea è siciliana, la tecnologia indiana. Infatti il suo ideatore, Simone Cimino, è appena volato in India a incontrare i vertici della Reva, l’azienda che dovrebbe produrre le «Sunny car» nello stabilimento che la Fiat vuole chiudere. Sempre che vada in porto la suggestiva proposta di Cimino, finanziere agrigentino trapiantato a Milano, 48 anni, fondatore e presidente del gruppo Cape: opera nel private equity, compra imprese, le gestisce e le rilancia.


«Abbiamo 40 aziende, 1,4 miliardi di giro d’affari e 8 mila dipendenti» racconta. E con Sergio Marchionne, l’ad della Fiat, di Termini avete parlato? «No, il nostro interlocutore è la Regione Siciliana, alla quale la Fiat dovrebbe regalare la fabbrica a 1 euro. Ed essere contenta se noi le risolviamo il problema: come evitare di licenziare 1.400 persone».

L’idea, per far decollare il progetto Sunny car, è utilizzare l’energia solare. Il piano prevede di riqualificare Termini per tre attività: l’assemblaggio e poi la produzione delle auto elettriche Reva; la produzione delle centraline per la ricarica con i pannelli fotovoltaici; l’assistenza alla rete di ricarica «con l’obiettivo di trasformare la Sicilia in un’isola verde» spiega Cimino. «Il nostro primo partner è l’indiana Reva electric car company, principale produttore al mondo di auto elettriche, con cui abbiamo firmato un accordo quadro».

Cimino ha già avviato un business sull’isola lanciando Cape Regione Siciliana, un fondo di private equity con 52 milioni raccolti (primi sottoscrittori la regione con 14,4 milioni, il gruppo Cape con 11,7 e l’Unicredit Banco di Sicilia con 10) che ha già investito 15,7 milioni in tre attività, di cui due sono proprio start-up localizzate a Termini Imerese: la Ice cube, che produce ghiaccio per cocktail, e la T-link, che fa navigazione (per ora in forte perdita) tra i porti di Termini e Genova Voltri.

Ma Cimino punta molto più in alto. L’obiettivo sono i 400 milioni di euro, soldi pubblici promessi alla Fiat per non chiudere lo stabilimento? «Il nostro è un progetto alternativo, con i 400 milioni pubblici e altri 150 messi dai privati lavoriamo perché la Sicilia nel 2020 possa raggiungere l’obiettivo di Copenaghen, il 20 per cento dell’energia prodotto con fonti rinnovabili. E la rete per l’alimentazione delle Sunny car si può costruire entro 36-48 mesi».

Cimino vuole riunire «imprenditori siciliani per realizzare un’auto ecologica tutta made in Sicily» in una cordata che per ora non è ben definita. Di sicuro ci sarà Antonio Mazzara, 41 anni, catanese, amministratore delegato e partner della Screen service, di cui Cape è il principale azionista con il 30 per cento. Potrebbe essere della partita anche Pasquale Pistorio, il manager catanese che fu l’artefice del successo della St Microelectronics e che oggi è già socio di Cape nella Accent, una società che produce chip. Pistorio fa anche parte del consiglio d’amministrazione della Fiat, che si riunirà il 25 gennaio. Chissà se si parlerà anche di questo progetto un po’ utopico.

edmondo rho
http://blog.panorama.it

sabato 23 gennaio 2010

Auto elettrica Piaggio sarà la Vespa del futuro

Dopo il furgoncino Porter elettrico e lo scooter a tre ruote con tecnologia ibrida (elettrica/benzina) la casa di Pontenbedera sta per rivoluzionare il mondo delle city car. Svelati i dettagli di un progetto top secretdi VINCENZO BORGOMEO

Ora è ufficiale: la Piaggio sta lavorando all'auto elettrica. La conferma è arrivata oggi alle presentazione dell'accordo Piaggio-Enel per mettere a punto una comune strategia sulla mobilità elettrica quando Roberto Colaninno, ha ammesso che per fare l'auto elettrica serve coraggio, ma noi andiamo oltre, ci mettiamo un po' di follia..."

Si sa che a Pontedera girano diversi prototipi di macchine eletteriche, ma ora arriva un chiarimento sulla strategia del Gruppo Piaggio in questo settore: "Va detto - ha continuato Colaninno - che c'è una enorme domanda in fatto di veicoli con poco spazio occupato, dal prezzo basso e dalla grande flessibilità. E che chi arriverà per primo a soddisfare queste richieste vincerà una scommessa importante. Penso a una città come San Paolo, Shangai, Bombai, Parigi, Londra, ma anche come Milano o Napoli".

Si tratta comunque di una sfida importante e infatti poi Colaninno, tornando alla battuta iniziale, ha spiegato: "La follia non è un termine che rappresenta completamente quello che stiamo facendo. Nel nostro caso "follia" è sinonimo di coraggio e sensibilità alla domanda che viene dal mercato. Ecco, se siamo in grado di rispondere a questa domanda, allaora follia. Noi abbiamo fatto i primi passi - e quello di oggi è molto importante - per andare avanti sullo sviluppo dell'auto elettrica.

Ma questi passi devono essere compiuti con il sistema Paese, in un contesto di alleanze per capitali e tecnologia. Insomma, ci stiamo muovendo in questo senso, poi vedremo...".

Il "muoversi in questo senso" però è quasi naturale per Piaggio visto che già oggi nel listino del colosso di Pontedera c'è uno scooter a ruote ibrido (con motore elettrico e a scoppio) e un piccolo monovolume, il Porter, alimentato solo da batterie. Si tratterebbe, in un certo senso, di evolvere semplicemente l'offerta, anche se l'automobile Piaggio, a prescinedere dal tipo di motore, costituisce comunque una svolta epocale perché non è ormai un mistero per nessuno il patto segreto di non concorrenza Piaggio-Fiat. Un patto che ha precluso per anni la possibilità che la marca della Vespa facesse concorrenza alla 500. I tempi però sono cambiati e oggi la Piaggio si muove in ogni direzione possibile nel campo della mobilità.

In ogni caso la macchina Piaggio rimane "top secret". Di questo progetto si sa ancora poco, anche se dalle parole di Colaninno si scopre molto. Per esempio che la collaborazione con l'Enel è davvero strategica. Il concetto è stato infatti sottolineato anche da Livio Vido, direttore divisione ingegneria e innovazione Enel Spa: "Lavoriamo - ha spiegato Vido - con Piaggio per mettere a punto un sistema che possa supportare al meglio un veicolo compltetamente elettrico". Più chiaro di così si muore...

http://www.repubblica.it

sabato 16 gennaio 2010

Auto ad aria compressa

Centrale eolica domestica

caricbatterie i-phone ad energia solare

Incentivi al fotovoltaico: la Francia taglia, la Germania discute

Parigi annuncia le nuove tariffe incentivanti che nonostante il ribasso rispetto alla precedente proposta mantengono un certo appeal per gli investimenti. Ancora tutto da decidere invece per Berlino
(Rinnovabili.it) – Tempo di rimaneggiamenti per i fedd-in-tariff europei in reazione a quello che gli esperti energetici definiscono come “bolle speculative”. Questa settimana il ministro francese dell’Ecologia ha annunciato le nuove tariffe incentivanti dedicate alle rinnovabili, rivedendo al ribasso, rispetto alla proposta presentata a settembre 2009, quelle per il settore fotovoltaico. Nello specifico l’energia elettrica solare sarà immessa in rete a 58 centesimi di euro al kWh per gli impianti totalmente integrati a edifici residenziali, scolastici o sanitari a fronte del tasso di 0,60 cent €/kWh precedentemente avanzato, introducendo una distinzione tra i sistemi che integrano la tecnologia solare in un modo altamente estetico e gli edifici che ricorrono al metodo più semplificato. Per gli edifici commerciali e industriali la tariffa è di 50 cent €/kWh, mentre impianti ad integrazione semplificata riceveranno una nuova tariffa di 42 cent €/kWh. Non cambia la tariffa per quelli a terra per i quali però è stato introdotto un premio aggiuntivo per i sistemi installati nelle zone poco soleggiate.

Sul fronte tedesco continua invece la discussione. Dopo che è emerso che i lobbisti dell'industria solare tedesca hanno minimizzato i tassi di crescita, nel tentativo di impedire a Berlino dal taglio delle sovvenzioni, il quotidiano Der Spiegel ha rivelato che oltre 3000 MW di moduli sono stati installati nel 2009, quadruplicando l'importo inizialmente previsto per il comparto. Un’impennata che cara è costata ai contribuenti tedeschi e che potrebbe mantenersi tale; anche se le voci che girano in questi giorni parlano di una riduzione degli incentivi del 25%, un’ulteriore crescita del mercato si riverserà comunque sulle bollette della popolazione. Un portavoce del ministero dell'Ambiente ha intanto fatto sapere che una nuova proposta potrebbe essere presentata la prossima settimana per poi essere discussa dai partiti di governo.


http://www.repubblica.it/

venerdì 15 gennaio 2010

Siemens punta sull'energia eolica


Siemens ha confermato l'obiettivo di diventare uno dei tre maggiori fornitori di turbine eoliche del mondo entro il 2012.
L'azienda ha iniziato a operare nel mercato dell'energia eolica cinque anni fa, con l'acquisizione della danese Bonus Energy. Da allora, le sue attività in questo ambito hanno vissuto un rapido sviluppo.
Il numero delle persone impiegate nella Business Unit Siemens Wind Power del Settore Energy è cresciuto di sette volte, il fatturato di dieci.
La strategia di Siemens per il prossimo futuro sarà di rafforzare la sua posizione di leader di mercato a livello globale nei parchi eolici offshore, espandendo al contempo la rete di produzione internazionale in mercati chiave e assicurandosi la leadership tecnologica con prodotti innovativi, come ad esempio le turbine eoliche senza riduttore e galleggianti.
I parchi eolici offshore stanno acquisendo un ruolo sempre più importante: si stima che il potenziale per l'energia eolica offshore in Europa sia di circa 70 gigawatt, ovvero la metà della capacità di centrali elettriche attualmente installata in Germania. Al momento, solo l'1,5% di quel potenziale è utilizzato.
Nello scorso anno fiscale Siemens si è assicurata il più grande contratto per l'energia eolica mai siglato: la fornitura a Dong Energy di 500 turbine da 3,6 megawatt.
Alcune di queste turbine saranno impiegate presso London Array, che sarà il parco eolico offshore più grande del mondo, con una capacità di 850 megawatt. Il contratto siglato in Germania include anche il parco eolico offshore Baltic 1.
Siemens occupa, inoltre, una posizione di rilievo anche nel mercato dell'energia eolica onshore. Nello scorso anno fiscale, ad esempio, l'azienda si è assicurata contratti per 6 parchi eolici in Nord America e per il più grande parco eolico onshore d'Europa, in Scozia. Recentemente sono arrivati ordini anche dal Messico e dalla Nuova Zelanda.
La Business Unit Wind Power di Siemens ha perseguito, parallelamente, una strategia di ulteriore espansione del network internazionale di produzione nei mercati chiave.
Dopo aver installato un impianto di produzione di pale del rotore a Fort Madison, in Iowa (Stati Uniti), Siemens ha recentemente iniziato la costruzione di un impianto di produzione di navicelle aHutchinson, in Kansas (Stati Uniti). Un impianto nei dintorni di Shanghai inizierà a produrre nel 2010 pale del rotore e navicelle e un ulteriore impianto di produzione è previsto in India.
L'energia eolica rientra nel portfolio ambientale di Siemens, che ha registrato un fatturato di circa 23 milioni di Euro nell'anno fiscale 2009. Nello stesso periodo, i prodotti e i servizi Siemens hanno permesso ai clienti di ridurre le emissioni di CO2 di 210 milioni di tonnellate.


http://www.greencity.it

mercoledì 13 gennaio 2010

Edifici rotanti


econdo una delle leggi dell’architettura bioclimatica, e dell’architettura in generale, le case devono essere costruite con la migliore esposizione possibile rispetto al sole: perché è la principale fonte di energia alternativa, ma anche perché studi scientifici hanno dimostrato che una corretta e regolare esposizione alla luce solare produce realmente effetti benefici sulla salute umana. Il modo più comune di sfruttare la stella è orientare la casa in modo corretto rispetto alla sua traiettoria. Ma non è l’unico. Sono infatti anche stati progettati e costruiti edifici capaci di “inseguire” il sole, come fanno i girasoli, in cerca della migliore esposizione in ogni momento del giorno.


VILLA GIRASOLE/ DÉCO, FUTURISTA
A Marcellise (Verona), incastonata tra le colline, si trova Villa Girasole, una costruzione borghese Art Déco, la prima casa rotante mai realizzata, in grado di ruotare di 360° in funzione dello spostamento del sole durante l’arco del giorno e del corso delle stagioni, proprio come il fiore da cui prende il nome. Un’architettura davvero innovativa, agli albori della sostenibilità. Ideata e costruita dall’ingegner Angelo Invernizzi tra il 1929 e il 1935, la villa è nata dal concetto di “machine à habiter” teorizzato da Le Corbusier nel 1923, e dal culto della velocità e della macchina esaltato dal Futurismo.



Progettazione Villa Girasole nasce dalla sintesi di principi di meccanica applicati nei treni, nelle navi, negli aerei. È un edificio di due piani con pianta a “L”, in grado di ruotare su binari concentrici, sostenuto da carrelli e mosso da un motore come quello dei transatlantici. Il corpo dell’abitazione, che presenta una struttura in cemento armato, è completamente ricoperto di lamine di alluminio. Interni Il piano terreno dell’abitazione rotante è destinato ai locali di soggiorno, pranzo, studio e ricevimento, oltre che alla cucina. Mentre al piano superiore si trovano le stanze da letto padronali, dotate di terrazza solarium e bagno, e quelle a un letto. Gli arredi, curati nel minimo particolare, un mix tra razionalismo e Novecento italiano, vennero ideati e realizzati appositamente, per essere leggeri e non gravare sulla struttura: sedie, tavolini, comodini e toilette in tubo d’acciaio e compensato di faggio, o legno laccato, si alternano a mobili rivestiti in cartapecora o impiallacciati in noce del Caucaso ed ebano di Macassar.



Rotazione ed elioterapia La casa poteva compiere una rotazione completa in nove ore e venti minuti con una velocità di 4 millimetri al secondo; la presenza delle terrazze consentiva applicazioni elioterapiche. All’epoca l’elioterapia era la principale cura contro tubercolosi, rachitismo e depressione: il paragone con un sanatorio alpino venne immediato, e infatti la villa era allora conosciuta come l’ultramoderno solarium e laboratorio medico di Marcellise.



HELIOTROP/TORRE DI LEGNO E VETRO
La volontà di dimostrare che tecnologie innovative, elevato comfort abitativo e tutela ambientale possono trovare una sintesi concreta in una casa, ha dato vita, nel 1992, a un altro edificio rotante: l’Heliotrop (dal greco “esposto al sole”), nelle vicinanze del quartiere solare di Friburgo in Germania.



Progettazione L’Heliotrop è un palazzo residenziale di forma cilindrica, realizzato quasi esclusivamente con elementi modulari in legno, materiale naturale e rigenerabile, ancorati a un telaio centrale contenente le canalizzazioni degli impianti e la scala a chiocciola. Alla base della colonna centrale, un motore elettrico fa ruotare la casa di 2 gradi ogni 10 minuti. Il movimento permette di controllare l’irraggiamento solare, ricavando il massimo contributo possibile in termini di riscaldamento degli ambienti e di produzione di acqua calda in inverno, evitando il surriscaldamento in estate. La vasta superficie vetrata è costituita da serramenti a triplo vetro, ad alto isolamento; e le pareti prive di infissi garantiscono valori di isolamento anche superiori.



Produzione e distribuzione del calore Il sistema di riscaldamento è costituito da un soffitto radiante a lamelle di rame, che può essere utilizzato anche per il raffrescamento estivo. L’impianto serve a coprire il fabbisogno termico residuo non soddisfatto dall’irraggiamento solare, ed è alimentato da collettori solari a tubi sottovuoto inseriti nei parapetti.



Gestione dell’acqua L’acqua piovana viene raccolta da tetto, filtrata e usata per lavare i piatti e fare il bucato. Le acque di scarico (separate dai rifiuti fecali, che sono compostati in un impianto a secco insieme ai rifiuti organici) sono depurate in un impianto di fitodepurazione.



Produzione di energia Sul tetto è stato installato un impianto fotovoltaico (6,6 kWp) in grado di inseguire il sole durante il giorno, ottenendo sempre la massima energia producibile; l’inclinazione è regolata automaticamente secondo la posizione del sole. L’impianto produce tra cinque e sei volte l’energia elettrica consumata nell’edificio. I pannelli fotovoltaici hanno inoltre la funzione di proteggere la terrazza dal caldo e dalla pioggia.



SUITE VOLLARD/ PIANI AUTONOMI
Altro palazzo capace di ruotare alla ricerca della migliore esposizione solare è l’edificio residenziale Suite Vollard di Curitiba, in Brasile. È il primo al mondo che ha tutti i piani che ruotano di 360° indipendentemente l’uno dall’altro, ed è composto da 11 appartamenti e un Executive Center. Rispetto ai due esempi precedenti rappresenta un notevole salto di scala e di prospettiva, che ha aperto la strada all’elaborazione di progetti ambiziosi per realizzare grattacieli in grado di mutare la propria esposizione e integrare generatori eolici e fotovoltaici, come nel caso della Rotating Tower di Dubai negli Emirati Arabi (www.dynamicarchitecture.net). Un edificio del genere permette di ottimizzare lo sfruttamente della luce solare, la ventilazione naturale e il riscaldamento diretto.



Progettazione Nel Suite Vollard, ogni appartamento (uno per piano da 287 mq) è caratterizzato da spazi disposti a raggiera attorno al centro dell’edificio; la percezione del panorama è simile a quella di uno sfondo mobile. La parte centrale di ogni abitazione è fissa e ospita la cucina, i bagni, una stanza da letto di servizio, la lavanderia.



Isolamento L’edificio è dotato di una facciata continua o curtain wall, in cui gli infissi sono applicati alla struttura metallica ruotante dei soffitti e dei piani. A chiusura sono impiegati doppi vetri, isolanti, laminati, spessi 3 mm + 3 mm con un’intercapedine di 10 mm. Gli infissi assicurano un isolamento termico e un risparmio energetico fino al 50%, anche con l’uso di aria condizionata e riscaldamento. La riduzione dell’isolamento acustico si aggira fra i 35 e i 50 dB.



Rotazione e consumo energetico Ogni piano. e quindi ogni appartamento del Suite Vollard, è dotato di un motore elettrico che ne consente la rotazione nei due sensi; per compiere una rotazione completa basta un’ora, e il sistema è programmabile. Il consumo energetico è piuttosto ridotto, per compiere una rotazione completa a un appartamento occorre l’equivalente dell’energia necessaria a fare un bagno in una vasca idromassaggio.


di Gianni Terenzi

martedì 12 gennaio 2010

Nuovi progressi sullo 'spray’ fotovoltaico

Un altro piccolo passo avanti verso la commercializzazione di una vernice solare spray. Stavolta il progresso arriva dai laboratori della New Energy Technologies

(Rinnovabili.it) – Celle solari da integrare su strutture già esistenti con un lavoro minimo e a costi contenuti. Questo quanto si ripromette di ottenere l’idea di una vernice spray composta da nano particelle su cui molti laboratori stanno impiegando la propria forza lavoro. L’introduzione sul mercato di un inchiostro fotovoltaico potrebbe davvero risolvere in una sola volta molti dei problemi che ancora limitano il settore. Sulla strada dei progressi affinché tutto ciò divenga realtà si colloca anche il risultato raggiunto da New Energy Technologies.
La società ha annunciato in questi giorni d’aver sviluppato un processo, ancora in attesa di brevetto, per l’applicazione delle celle e dei relativi componenti sui supporti vetrosi. I ricercatori sono stati in grado di superare con successo uno dei più grandi ostacoli relativi alla trasparenza della soluzione spray, incontrati nello sviluppo di un altro prodotto della società, la SolarWindow New Energy, ossia la presenza del metallo che in quanto materiale opaco blocca e impedisce la visibilità della luce attraverso il vetro.
Nonostante il progetto si trovi ancora alle prime fasi Meetesh V. Patel, presidente e CEO di New Energy Technologies, è convinto di poter ottenere in breve tempo risultati tali da passere allo scale-up. “In termini commerciali – spiega Patel – questa nuova tecnologia spray potrebbe tradursi in vantaggi di produzione importanti per la nostra SolarWindow, compresi significativi risparmi, una maggiore velocità di produzione, ed un lavoro a temperatura ambiente, ostacoli comuni al successo commerciale delle nuove tecnologie solari”.

Aquiloni eolici




Brevettato il sistema KiWiGen, che sfrutta l'energia del vento utilizzando una sorta di aquiloni eolici.

Il vento presente sulla terra produce una quantita' di energia superiore di centinaia di volte rispetto al fabbisogno odierno dell'umanita'.
Tuttavia ben poca di questa energia e' attualmente sfruttabile perché essa si sviluppa nella troposfera, ad altitudini molto superiori a quelle raggiungibili dai normali impianti eolici.

Infatti ad 80 metri, l’altezza che hanno solitamente le turbine eoliche, la velocità del vento è di poco superiore a 4 metri al secondo e, quando si raggiunge questo valore minimo, esse vengono spente, diventando così una scelta antieconomica.
La fisica ci insegna invece che l’energia è tanto maggiore quanto più veloce soffia il vento e il valore ideale si raggiunge a 800 metri, con una velocità di 7,6 metri al secondo.

Del resto, chi abbia mai usato un aquilone sa quanto il vento possa tirare, tanto che negli ultimi anni si è molto diffuso il kite surfing, uno sport che si fa sul mare, in cui grandi aquiloni sostengono e trasportano gli atleti. Anzi, pare che gli aquiloni costruiti per questo sport siano appositamente inefficienti, per evitare che portino via il surfista.

L’idea è scattata dall’incontro tra Massimo Ippolito, proprietario di un’azienda di sistemi automatizzati e kite surfer per hobby, e Mario Milanese, docente di Controlli automatici al Politecnico di Torino, ed ha fatto maturare la possibilità di sfruttare diversamente l’energia del vento: ne è scaturito il progetto KiteGen, ideato per sfruttare al massimo questa energia.

E’ stato quindi brevettato il sistema Kite Wind Generation, in sigla KiWiGen, costituito da una sorta di aquiloni eolici.
Ogni aquilone, simile a quelli usati per il kite surfing, è sorretto da una coppia di cavi ad alta resistenza da 3 mm di diametro, lunghi oltre mille metri, che controllano la direzione e l’angolo di volo. Quando l’aquilone si libra in volo mette in azione due cilindri, il cui movimento genera l’energia come una sorta di dinamo.

La navigazione degli aquiloni è gestita da terra attraverso un computer collegato a dei piccoli sensori dotati di sistema Gps, presenti su essi. Il software controlla che i cavi traccino vorticosi 8 nel cielo.
Quando il cavo è tirato al massimo il sistema non genera più energia, così l’altro cavo molla e l’aquilone, dopo essersi impennato, comincia a scendere, consumando il 15% dell’energia prodotta in ascesa.

Un impianto dovrebbe essere formato da una serie di aquiloni, distanti l’uno dall’altro 70-80 metri, quindi molto poco rispetto alle turbine che devono essere invece distanziate di almeno 300 metri l’una dall’altra, occupando ampi tratti di paesaggio.
Inoltre, una volta a terra, gli aquiloni occuperebbero lo spazio di una normale centrale elettrica.
Il nuovo sistema non necessita, quindi, di grandi superfici per essere installato, pare infatti che siano sufficienti anche solo cento metri quadrati. In questo modo dovrebbero essere superati tutti quei problemi di impatto visivo ed ambientale che hanno generato numerose perplessità sullo sfruttamento dell’energia eolica.

Il sistema KiteGen è caratterizzato inoltre da grande flessibilità perché è regolabile a diverse altezze, a seconda di dove soffia più intensamente il vento.
Il sistema di guida automatico permette poi di farli funzionare anche di notte. Ancora, per evitare l’impatto con stormi di uccelli è presente un radar che reindirizza gli aquiloni in pochi secondi.

KiteGen, è ancora allo stato di prototipo ma i suoi inventori sostengono che il suo sviluppo potrà produrre la stessa quantità di energia di una centrale nucleare.
Esso non è l’unico progetto nel mondo a lavorare sull’energia prodotta da aquiloni. Analoghi studi si stanno compiendo, infatti, in Olanda e California.

arch. Carmen Granata
http://www.lavorincasa.it

lunedì 11 gennaio 2010

Nokia lancia il cellulare allimentato dalla Coca-Cola ed è biodegradabile


Ha una batteria che sfrutta l'energia pulita della bevanda ed è biodegradabile.

Abbiamo già sentito parlare di cellulari a energia solare, telefoni alimentati a idrogeno, e anche dal vento, ma nel campo della telefonia "sostenibile" non tutto è ancora stato sperimentato. Il designer cinese Zheng Daizi si è spinto oltre l'energia solare e il vento, inventando e realizzando un cellulare compatibile con l'ambiente, ma alimentato da una fonte insolita e inattesa: la Coca-Cola.

Il sito thedesignblog. org descrive l'Eco-Friendly e illustra il funzionamento del telefono alimentato dalla Coca-Cola: progettato per il marchio finlandese Nokia, si serve di una batteria innovativa che fa uso di enzimi per generare elettricità dai carboidrati. Questa oltre a sfruttare l'energia pulita da bevande zuccherate, come Coca-Cola o Pepsi, che generano acqua e ossigeno, riesce a funzionare per molto più tempo (quattro volte più a lungo) rispetto alle batterie al litio, per ogni singola carica. Inoltre è completamente biodegradabile.

11/01/2010
http://www.libero-news.it

Airnergy, ricarica senza fili per i cellulari


Un nuovo sistema cattura i segnali wi-fi dispersi nell'aria e li trasforma in energia utile per i dispositivi elettronici

MILANO - Nell'attesa che arrivi il caricatore universale per i cellulari, prende sempre più piede l'elettricità senza fili come alternativa più comoda per alimentare i nostri gadget elettronici. All'ultimo Consumers Electronic Show (CES) di Las Vegas è stato presentato un nuovo dispositivo che consente di ricaricare cellulari e lettori mp3 in modalità wireless, senza muovere un dito.

ENERGIA DALL'ARIA - Si chiama Airnergy ed è un sistema messo a punto dalla compagnia statunitense RCA (la stessa che 61 anni fa ha ideato il 33 giri). Si presenta come un piccolo dispositivo in grado di catturare i segnali wi-fi trasmessi dai vari access point presenti in casa o in ufficio. I segnali vengono convertiti in energia utile per ricaricare (sempre in modalità senza fili) cellulari e lettori mp3 dotati di una speciale batteria. Una sorta di riciclo di energia, quindi, che potrebbe essere esteso anche alle altre fonti elettromagnetiche presenti tra le mura domestiche. Per ora, la capacità di Airnergy dipende dalla potenza del segnale wi-fi nelle vicinanze. Durante la dimostrazione al CES, è riuscito a ricaricare un Blackberry in circa 90 minuti.

WI-TRICITY - Airnergy sarà messo in commercio dal prossimo autunno negli Stati Uniti, al costo di 40 dollari. Ma non si tratta dell'unico dispositivo a fare da apripista per la nuova frontiera dell'elettricità senza fili. Lo scorso anno, sempre al CES di Las Vegas, la startup PowerBeam ha presentato il sistema WiTricity che permette di alimentare piccoli gadget elettronici in modalità wireless. La compagnia Case-Mate ha di recente presentato The Hug: basta poggiarci il cellulare sopra per ricaricare la batteria. The Hug costa 90 dollari ed è già disponibile per iPhone.

http://www.corriere.it/
Nicola Bruno
11 gennaio 2010

venerdì 8 gennaio 2010

ENERGIA: PROGETTO SPERIMENTALE A TRAPANI SU UTILIZZO MOTO ONDOSO

(AGI) - Palermo, 4 gen. - Il ministero dell'Ambiente, nell'ambito degli interventi relativi al fondo per i progetti innovativi e le energie rinnovabili, ha finanziato con 239.250 euro (50% del totale), il progetto Impetus (Idrogeno marino per energie terrestri utilizzabili e sostenibili) che attraverso l'energia del moto ondoso intende sviluppare un ciclo di produzione di energia alternativa e rinnovabile. L'elaborazione progettuale e' di un gruppo di lavoro costituito dal Dipartimento di Ricerca energetica e ambientale dell'universita'di Palermo, dal Consorzio universitario della provincia di Trapani, dalla Societa' Sges srl. Il progetto Impetus intende sviluppare un sistema di produzione, stoccaggio e distribuzione di idrogeno, gas da utilizzare come fonte di rifornimento per un autobus ad idrogeno per il trasporto pubblico. Per raggiungere questo obiettivo gli impianti (generatore elettrico da moto ondoso e il sistema di produzione di idrogeno ai fini del rifornimento dell'autobus ad idrogeno), saranno realizzati a ridosso di uno specchio d'acqua antistante Torre di Ligny, sito individuato da uno studio effettuato dall'universita' di Palermo, e ritenuto ottimale per le caratteristiche delle correnti marine e delle perturbazioni della superficie delle acque. La realizzazione di questo progetto evidenziera' le potenzialita' del moto ondoso per la produzione di energia, anche rispetto alle altre fonti rinnovabili tradizionali (fotovoltaico ed eolico), non solo dal punto di vista di produzione energetica, ma anche dal punto di vista di impatto ambientale e sociale. "Il progetto - commenta il presidente della commissione Ambiente e presidente del Consorzio universitario della provincia di Trapani, Antonio D'Ali' - ha una grande portata innovativa e sara' interamente realizzato a Trapani. Ne ho seguito attentamente lo sviluppo e ritengo possa trovare applicazione in aree sottocosta, attraverso campi boe, anche di piccole dimensioni. Penso ad una sua attivazione nelle isole minori, ma anche nei pressi di piccole citta' costiere che possono cosi' avere una fonte di produzione di energia non inquinante". (AGI) .

mercoledì 6 gennaio 2010

A New York nasce la prima stazione di ricarica solare


Costruita con container riciclati fa il pieno alla MINI E del Beautiful Earth Group

Il business "pulito" dei pannelli fotovoltaici si sta sviluppando un po' ovunque, anche negli impianti che producono automobili. Ma se siamo ancora lontani dall'avere un'auto che si muove solo con i raggi del Sole (a parte qualche interessante prototipo) l'affermarsi in futuro delle auto elettriche e delle ibride plugin potrebbero far diventare una vista comune le stazioni di ricarica ad energia solare.

Si sta muovendo in questo senso Toyota in Giappone, mentre negli USA è sorta la prima stazione di ricarica solare di New York. A realizzarla a poca distanza dalla sua sede di Brooklyn è stata la utility Beautiful Earth Group, specializzata in impianti solari ed eolici. Costruita a partire da container riciclati con 24 pannelli fotovoltaici ciascuno da 235 W, la stazione di ricarica di Beautiful Earth Group ha una capacità di 5,6 kW e permette la ricarica completa della MINI E che fa parte della flotta aziendale in tre ore.

L'obiettivo è quello di fare il "pieno" alla MINI E a costo ed impatto zero, ma anche di dimostrare che anche in mezzo ai grattacieli della Grande Mela questa tecnologia può funzionare, a patto di avere una grande superficie (le pensiline degli attuali distributori di carburante sono troppo piccole) e una buona esposizione.

Autore: Daniele Pizzo
Data: 30 Dicembre 2009

martedì 5 gennaio 2010

Una maxi-rete elettrica sotto il Mare del Nord per sfruttare le fonti energetiche rinnovabili


Una nuova rete elettrica sotto il Mar del Nord per sfruttare appieno il potenziale delle fonti rinnovabili in Europa: è il progetto di nove paesi europei, che punta a collegare tra loro le principali centrali per la generazione di energia verde del continente. Secondo quanto scrive oggi il quotidiano tedesco Sueddeutsche Zeitung, i nove paesi - Germania, Gran Bretagna, Francia, Belgio, Danimarca, Olanda, Irlanda, Lussemburgo e Norvegia - stanno pensando a un progetto da 30 miliardi di euro che getterebbe le basi per un ulteriore sfruttamento dell'energia rinnovabile in Europa di fronte alle sfide del cambiamento climatico.Come funzionerà la maxi-rete - La rete di cavi ad alta tensione, riporta il giornale, collegherà i parchi eolici che si trovano lungo le coste della Germania e della Gran Bretagna con le centrali idroelettriche di Norvegia, Belgio e Danimarca ed i parchi eolici e gli impianti solari di altri paesi Ue. In questo modo, entro 10 anni si potrà distribuire questa energia rinnovabile ad una vasta parte dell'Europa, scrive il quotidiano.Presto una lettera di intenti per definire il progetto - I rappresentanti dei nove paesi si riuniranno per la prima volta il 9 febbraio prossimo con l'obiettivo di firmare una lettera di intenti entro l'autunno. Nel frattempo, ha confermato al giornale un portavoce del ministero dell'Economia tedesco, questo mese ci sarà una serie di incontri per definire i dettagli del progetto.

05 gennaio 2010
http://notizie.tiscali.it/

lunedì 4 gennaio 2010

Kandi Coco: una minicar da 600 euro






Il boom delle auto low cost è partito dall’India con la Tata Nano ed è arrivato fino agli Stati Uniti con una vettura che costerà solamente 865 dollari (circa 600 euro) grazie agli incentivi del Governo Obama.

La Kandi Coco è un’auto completamente elettrica che può quindi beneficiare degli incentivi finanziari. In Italia un’auto così la chiameremmo “microcar”, ma un costo di 600 euro ce lo possiamo solamente sognare. Il prezzo di partenza di questa vettura era di 10 mila dollari, ma grazie agli incentivi sarà venduta al 90% in meno.

Ovviamente è una vetturina che serve solamente per girare in città. Arriva al massimo a 40 km/h e, dunque, è indicata solamente per il traffico cittadino. Con sei ore si ricarica completamente e garantisce un’autonomia di quasi cento chilometri.

Di certo si tratta di un prodotto innovativo e versatile, che starebbe benissimo anche nelle nostre città. Se poi il prezzo fosse almeno simile a quello americano, avremmo veramente un boom di vendite anche nel nostro Bel Paese.

domenica 3 gennaio 2010

Ricarica solare Toyota


Pronte le prime stazioni fotovoltaiche per auto elettriche
La Toyota Industries Corp, uno dei rami industriali del gruppo Toyota, ha sviluppato e prodotto una stazione per la ricarica ad energia solare di veicoli elettrici (EV) e ibridi plug-in (PHV). Scopo dell'operazione è quello di dotare la municipalità di Toyota, nella prefettura di Aichi in Giappone, di 21 di queste postazioni di ricarica in 11 diversi punti della città, partendo dagli uffici comunali, da quelli della pubblica amministrazione e dalle stazioni ferroviarie. A partire dall'aprile del 2010 questi distributori di corrente elettrica ricavata dal sole serviranno a mantenere in carica le 20 Prius Plug-in ibride utilizzate dal comune nipponico.

Attraverso dei panelli fotovoltaici disposti sul tetto della stazione di rifornimento elettrico, la struttura è in grado di produrre 1,9 kW e di immagazzinare energia elettrica per 8,4 kWh. Oltre ad avere un proprio sistema di accumulo dell'energia elettrica prodotta, la stazione è collegata alla normale rete elettrica. La ricarica degli EV e PHV avviene tramite il collegamento diretto ai pannelli solari o agli appositi accumulatori "tampone" (101 volt), e quando nessuno dei due impianti è in grado di fornire l'energia necessaria alla ricarica viene attivato il collegamento alla rete (202 volt). In questo modo si garantisce la costanza e la economicità dei rifornimenti, con il duplice vantaggio di poter utilizzare l'energia in eccesso per far funzionare la stazione stessa o di rivenderla a ditte specializzate nel settore energia. Anche in caso di calamità naturale o di emergenza black out, la stazione solare risulta autosufficiente e in grado di fornire elettricità in maniera autonoma a 101 volt.

Autore: Fabio Gemelli

sabato 2 gennaio 2010

I migliori investimenti per il 2010 - Trasformare i rifiuti in energia pulita

Quali saranno i migliori investimenti per il 2010? Nel report di oggi presenteremo una nuova società operante in uno dei business più importanti a livello globale, con prospettive di crescita che sono ritenute tra le più interessanti per i prossimi anni. Stiamo parlando della raccolta e riciclaggio dei rifiuti.



London, 22/12/2009 (informazione.it - comunicati stampa) Crisi o non crisi, recessione o sviluppo, ogni giorno ciascuna persona nel mondo produce in media 2 kg di rifiuti. In aggiunta a questo la popolazione mondiale sta aumentando progressivamente ogni anno. Siamo giunti alla penultima edizione del 2009 del nostro report ed è già tempo di bilanci e auguri. L'anno che si sta concludendo, è stato sicuramente uno dei migliori per quanto riguarda le performance raggiunte dai nostri modelli. Al primo posto per risultati troviamo il Trading Avanzato di Terzo Livello, composto da soli 6 titoli che cambiano una volta alla settimana, con una performance da inizio anno pari a +106,8%. Anche gli altri portafogli hanno ottenuto risultati di rilievo, con il Top Value & Growth a +83,2% e il nostro modello di punta Top Analisti, realizzato seguendo le raccomandazioni di un pannello di alcuni dei migliori Guru internazionali, con un utile da inizio anno pari a +51,74%. A nostro avviso, una delle ragioni che hanno portato nel 2009 a questi importanti successi è stata sicuramente la disciplina operativa che ci siamo posti nella selezione delle aziende da inserire nei portafogli, specialmente nei momenti difficili di fine 2008. La nostra visione è sempre stata orientata alle aziende e l’approccio all'investimento è sempre stato mirato ai business sottostanti, con una attenta analisi ai fondamentali e alle prospettive. In sintesi abbiamo messo in secondo piano il fatto di operare su titoli quotati in borsa che oscillano ogni giorno, ma abbiamo preferito concentrare le nostre attenzioni sui progetti industriali di ogni singola azienda su cui abbiamo investito, con particolare attenzione alle relative potenzialità di crescita a medio lungo periodo. Seguendo questa strategia abbiamo inserito nei portafogli business vincenti, puntando su marchi consolidati che hanno saputo dimostrare negli anni capacità di sviluppo superiori. Abbiamo preferito investire su società che hanno mantenuto nel tempo una grande attenzione verso gli azionisti, con dividendi crescenti e progetti in grado di creare valore aggiunto sui capitali investiti. In questo contesto, nel solo 2009, i nostri lettori hanno ricevuto più di 200 accrediti in contanti di cedole, in media uno ogni 2 giorni, che hanno fornito un contributo determinante alla performance complessiva dei modelli. Tra i titoli del Top Analisti che si sono maggiormente distinti per performance nel corso del 2009 troviamo società dei paesi emergenti quali Trina Solar, azienda cinese specializzata nella produzione di pannelli solari, con un risultato record pari a +454,6% seguita dal maggiore produttore di energia eolica cinese, a +336,05% e da un fondo immobiliare Usa che detiene alcuni dei maggiori alberghi del paese, con +311,9%. Tutte queste società vanno mantenute in portafoglio per i primi mesi del 2010, dal momento che il giudizio degli analisti è ancora BUY e, nonostante i consistenti rialzi, le potenzialità di medio termine sono ancora intatte. La giornata di ieri è stata caratterizzata da importanti notizie che hanno riguardato alcune delle nostre aziende. La prima riguarda Alcoa, quotata al Nyse con simbolo AA, presente nel nostro portafoglio dal 4 agosto del 2005. La società è uno dei maggiori produttori mondiali di alluminio, con miniere di bauxite di proprietà in Australia, Brasile, Guinea, Jamaica, e Suriname. Ieri Alcoa ha comunicato l’intenzione di investire 10,8 miliardi di dollari in una joint venture con la società mineraria Saudita Ma’aden per costruire un maxi complesso per la produzione di alluminio in Arabia Saudita. Il titolo ha reagito in borsa con un rialzo pari a +7,89%. L’alluminio è uno dei metalli più utilizzati al mondo e la domanda globale procede di pari passo con l’andamento dell’economia. La forte richiesta di alluminio registrata negli ultimi mesi, anticipa quindi una possibile ripresa globale e Alcoa con questo maxi progetto è ben posizionata per cogliere il trend. Il titolo mantiene un rating BUY e va acquistato in un’ottica da cassetto con un target a +21% dai livelli attuali.
La seconda notizia riguarda una delle maggiori società farmaceutiche europee, presente nel nostro portafoglio dal 10 marzo 2006. L’azienda ha comunicato ieri l’intenzione di acquistare per 1,9 miliardi una farmaceutica americana, specializzata in prodotti per la cura della pelle. I titoli della società oggetto dell’acquisizione hanno fatto registrare un balzo in borsa a +33,1% in una sola seduta. Questa azienda farmaceutica è uno dei titoli chiave dei nostri modelli ed è una delle più interessanti a livello globale nel settore farmaceutico. Il miliardario americano Warren Buffet, conosciuto per le sue capacità di selezionare aziende vincenti, è attualmente uno degli azionisti di riferimento. Con un ottimo e stabile dividendo al 3,6% annuo e forti prospettive di crescita, il rating assegnato dagli analisti è STRONG BUY con un target a +41% dai livelli attuali.

Creare energia dai rifiuti - La grande scommessa del futuro - Nuova società per i portafogli
Nel report di oggi vogliamo porre ancora una volta l'attenzione su uno dei business più importanti a livello globale, con prospettive di crescita che sono ritenute tra le più interessanti per i prossimi 5-10 anni. Stiamo parlando della raccolta e riciclaggio dei rifiuti. In particolare, presenteremo una società altamente specializzata in questo settore, che potrebbe cogliere a pieno le forti crescite di questo importante mercato. Crisi o non crisi, recessione o sviluppo, ogni giorno ciascuna persona nel mondo produce in media 2 kg di rifiuti. In aggiunta a questo la popolazione mondiale sta aumentando progressivamente ogni anno.
Le ultime previsioni parlano di un pianeta con oltre 9 miliardi di abitanti entro il 2050. Calcolare quanti rifiuti saranno prodotti nel mondo nei prossimi decenni diventa persino difficile. In pochi anni, la terra potrebbe essere sommersa da un mare di rifiuti e scorie di ogni tipo. Fino a pochi anni fa, considerate le crescite esponenziali dei volumi, i rifiuti erano considerati come un serio problema. Oggi, con le nuove tecnologie di trattamento, i rifiuti vengono invece considerati come una delle più importanti risorse da sfruttare per il benessere dell'umanità. Dal trattamento e riciclaggio dei rifiuti si può infatti ricavare gas combustibile ed energia elettrica in grado di alimentare intere metropoli. In questo contesto oggi presentiamo una delle società più importanti a livello globale nella raccolta e riciclaggio dei rifiuti, specializzata proprio nel trattamento finalizzato alla produzione e vendita di energia elettrica. Si tratta della maggiore azienda del settore negli Stati Uniti, con una raccolta di rifiuti solidi per circa 66 milioni di tonnellate ogni anno, con oltre 20 milioni di clienti negli Stati Uniti, in Canada e a Portorico.

Concentriamo la nostra attenzione su questa società per due motivi:
- La scorsa settimana l'azienda ha annunciato l'intenzione di aumentare ancora una volta il dividendo ai soci, dopo sei anni consecutivi di incremento della cedola. Dal 2010 otterremo quindi una redditività pari al 4% del capitale investito, uno dei livelli più alti tra tutti titoli contenuti nei nostri portafogli.
- Nei mesi scorsi l'azienda ha firmato una convenzione particolarmente importante per il suo futuro. La società ha stipulato con una delle maggiori aziende governative cinesi un accordo per l'acquisizione del 40% del leader nella raccolta dei rifiuti nel continente asiatico, nelle maggiori metropoli come Shanghai, Nanjing, Chengdu, Qingdao, Weihai e Ningbo. Proviamo ad immaginare che cosa significherà in termini di fatturato per questa società l'entrata con le sue tecnologie avanzate su uno dei mercati più importanti a livello mondiale, con una massa di rifiuti da raccogliere e trattare in città con popolazioni residenti in costante aumento e uno sviluppo industriale ai massimi livelli. Dopo il perfezionamento di questo accordo, la società vanterà l'importante primato della raccolta dei rifiuti nei due mercati più importanti del mondo, con conseguenze rilevanti per i suoi azionisti nel medio lungo periodo.
Attualmente la società gestisce l’intero processo del trattamento dei rifiuti, dalla raccolta presso le singole abitazioni e le industrie, tramite una flotta di oltre 22.000 camion attrezzati, allo scarico in 273 discariche di proprietà, sparse su tutto il territorio del Nord America in grado di smaltire oltre 110 milioni di tonnellate di rifiuti ogni anno. Per rendere più efficiente e rapido il trasporto verso le discariche, la società detiene inoltre 355 stazioni intermedie di trasferimento, consolidamento e compattamento del materiale raccolto, consentendo in questo modo una gestione più efficiente. La decomposizione dei rifiuti nelle discariche produce naturalmente un gas che viene sfruttato dalla società per la produzione di energia elettrica, tramite 11 centrali specializzate di proprietà che producono circa 500 MW di energia pulita, in grado di alimentare più di 400.000 abitazioni. In aggiunta all'utilizzo del gas naturale, la società ricava ulteriore energia dalla combustione dei rifiuti, con una rete di 16 termovalorizzatori che possono trattare ogni giorno 21.340 tonnellate di rifiuti generando ulteriori 600 MW di elettricità, in grado di alimentare ulteriori 650.000 abitazioni e permettendo un risparmio di circa 7 milioni di barili di petrolio. In totale, la produzione di energia dai rifiuti permette già oggi a questa società di ricavare energia per oltre un milione di abitazioni, con conseguenti ricavi certi in costante crescita, che si aggiungono a quelli derivanti dal servizio di raccolta. In aggiunta a questo, la produzione di energia con queste metodologie produce un inquinamento molto meno rilevante rispetto alle fonti di tipo tradizionale, con conseguenti incentivi e aiuti da parte dei governi. La terza fonte dei ricavi per l'azienda proviene dalla raccolta differenziata e dal successivo riciclaggio dei rifiuti. Nel solo 2008 la società:
- ha gestito materiali riciclabili tali da riempire L’Empire State Building per più di 11 volte
- ha riciclato abbastanza materie prime da riempire 99.000 aerei Boeing 737
- ha riciclato più di 40.000 tonnellate di alluminio, risparmiando abbastanza energia per alimentare 1,6 milioni di televisioni per 13 ore al giorno per un anno intero.
- ha riciclato oltre 3,5 milioni di tonnellate di giornali e carta per l'ufficio, contribuendo a salvare più di 41 milioni di alberi.
Tutto questo senza considerare l'impatto dei fatturati dei prossimi anni che arriverà dalla nuova acquisizione in Cina, che potrebbe ulteriormente cambiare in positivo le sorti di questa azienda. Gli obiettivi del management sono chiari e la società si è posta quattro punti da raggiungere entro il 2020:
-raddoppiare la quantità di energia prodotta dai rifiuti passando da 1 a 2 milioni di abitazioni servite ogni anno, risparmiando 28 milioni di barili di petrolio, o 8,2 milioni di tonnellate di carbone ogni anno
-triplicare l'ammontare di materiale riciclato trattato, passando dagli attuali 8 milioni di tonnellate a più di 20 milioni di tonnellate
-attualmente la società dispone di una flotta di 26.000 veicoli. Nei prossimi 10 anni l'azienda porterà avanti una politica finalizzata al risparmio di carburante di almeno il 15% con un obiettivo di una riduzione delle emissioni del 15% tramite motori ibridi.
-diminuire l'impatto ambientale, con l'obiettivo di ottenere la certificazione ambientale per almeno 100 delle discariche di proprietà, per una superficie complessiva di più di una volta e mezza l'intera isola di Manhattan.
Nonostante le forti prospettive per i prossimi anni, la società quota in borsa con fondamentali attraenti e riteniamo che questa azienda sia da considerare come una delle più interessanti tra quelle contenute nel nostro modello Top Analisti in una prospettiva dei prossimi 3-5anni. L’azienda, fattura attualmente 11,7 miliardi di dollari e produce un utile netto pari a 1 miliardo. Il price earning è pari a 15,5 volte gli utili attesi per il 2010, con un dividendo previsto per gli azionisti di circa il 4%. L’azienda inoltre è sempre stata particolarmente attenta verso i propri soci con acquisti di azioni proprie a sostegno delle quotazioni. Con il grande fabbisogno di energia pulita nel mondo e un volume di rifiuti da trattare sempre crescenti, riteniamo che questa azienda presenti ottime opportunità di rivalutazione nel corso dei prossimi anni, presentando nel contempo particolari caratteristiche difensive. Gli analisti da noi interpellati assegnano all’azienda un rating di STRONG BUY, con un target a breve termine pari a +21% dai livelli attuali e con potenziali molto più elevati in un’ottica di medio lungo termine. Ciò che non è riuscito ai politici nel recente vertice di Copenhagen è già nei fatti nei numeri di questa azienda, che con la sua joint venture in Cina beneficerà di un mercato enorme, allargando di molto le sue prospettive di crescita per i prossimi anni. Attualmente abbiamo investito su questa azienda una quota pari a circa 1,7% del totale del portafoglio con l’obiettivo di aumentare l’esposizione nei prossimi mesi fino a 2,5 – 3%. Comprare in data di oggi il titolo.

Noi consideriamo lo stile "value classico" come un metodo disciplinato, conservativo e di buon senso. Investire "value" è a nostro avviso il modo migliore per approcciare il mercato nel lungo termine. (London Market Research Ltd)





Riferimenti


Paolo Crociato
London Market Research Ltd
London Italia
info@strategyinvestor.com

http://www.strategyinvestor.com