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martedì 29 dicembre 2009

Amburgo, città virtuosa dove i rifiuti diventano energia pulita


AMBURGO - Il gelido vento del nord piega i passanti e gli alberi, qui sulla Bullerdeich a un passo dal grande porto, la pioggia ti frusta in faccia. Ma nel moderno palazzetto al numero 19, i termosifoni ti riscaldano prima che arrivi il caffè di benvenuto.
«E´ anche grazie alla spazzatura portata qui da Napoli se lavoriamo al caldo. Bruciandola e trasformandola in energia pulita, portiamo il riscaldamento ad almeno 18mila famiglie», mi dice soddisfatto Herr Reinhard Fiedler, il gentilissimo, efficiente alto funzionario della Stadtreinigung Hamburg, l´azienda della città - Stato per raccolta e riciclaggio dei rifiuti.
Eccoci nella fredda Amburgo, dove la "monnezza" diventa tesoro ecologico, e aiuto prezioso alla difesa del clima. A Copenaghen si discute, qui si lavora. «Ricordiamo ancora quando vennero da Napoli le prime ventimila tonnellate», continua Herr Fiedler. «Per portarle fin quassù ci vollero quarantasei treni. Poi ne arrivarono altre diecimila. Se da voi o altrove in Europa esploderanno altre emergenze, noi siamo pronti». Come una Genova o una Torino del Nord, la splendida, prospera Amburgo non ama frivolezze ma lavora sodo. Il futuro qui è già realtà. I quattro grandi inceneritori della Stadtreinigung non hanno solo sostituito le tossiche discariche, che con le loro emissioni di metano avvelenano il clima venti volte più della più sporca fonderia cinese. «Dal 1989, abbiamo cominciato a trasformarli in centrali pulite per la produzione di energia. Per riscaldare le case, e produrre elettricità che immettiamo nella rete elettrica urbana», spiegano orgogliosi gli spazzini del clima del Grande Nord.
L´energia pulita e rinnovabile davanti agli occhi. Davvero funziona e non inquina? «La prova del fuoco è la location», insistono alla Stadtreinigung. Il più importante dei quattro megainceneritori sorge a Stellinger Moor, praticamente in pieno centro. A un passo dai loft più lussuosi, dalle case editoriali più prestigiose del mondo dei media tedeschi, dal secondo porto d´Europa sempre affollato di turisti e marinai. «Le emissioni di CO2 causate dalle nostre centrali sono praticamente nulle, perché bruciamo in maggioranza rifiuti organici. Le discariche qui in Germania furono vietate nel 2005, noi iniziammo a eliminarle dal 1989. I nostri inceneritori forniscono ogni anno circa 1 miliardo e 300 milioni di kilowattora».
Dei 2400 dipendenti dell´azienda urbana amburghese per i rifiuti, circa 120 lavorano agli inceneritori-centrali energetiche pulite. Metamorfosi in difesa del clima: da spazzini a operatori dell´energia. «Uno dei quattro inceneritori è tutto nostro, due a compartecipazione con privati, il quarto è stato rilevato da Vattenfall», il colosso svedese dell´elettricità. E´ appena un primo passo, dice Fiedler. «L´efficienza delle centrali che producono energia incenerendo i rifiuti è minore di quella di centrali a combustibile liquido, a carbone o nucleari, che restano irrinunciabili. Però le nostre centrali non causano emissioni, né pongono problemi di immagazzinamento di scorie. Senza le centrali tradizionali Amburgo sarebbe al buio, ma noi siamo una parte che ha cambiato il mix del tutto».
Instancabili, gli spazzini dell´energia lavorano sotto il vento e la pioggia che frustano Amburgo. I grossi camion Mercedes riforniscono senza sosta i quattro inceneritori centrali. Bisogna tenerli sempre accesi, servono 21mila tonnellate di rifiuti a settimana. «Teniamo scorte in bunker, siamo sempre pronti bruciare e produrre energia». Il futuro affianca Amburgo da tempo. «Noi amburghesi iniziammo nel 1896, ai tempi del Kaiser, a produrre energia bruciando rifiuti», racconta fiero Herr Fiedler.


di Andrea Tarquini

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